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28/08/09

Questi maledetti, sporchi, inaffidabili immigrati

inviato da Raffaele Sena

Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l´acqua, molti di loro PUZZANO perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l´elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali."
"Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell´Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".

Dalla relazione dell´Ispettorato per l´Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912


inviato da
Roberta Lombardi

Quando i migranti eravamo noi
"I nos
tri morti gettati nell'oceano"
di GIULIA VOLA

BUENOS AIRES - Loro muoiono nel Mediterraneo. Quando gli emigrati eravamo noi, morivamo nell'Atlantico. "Buttarono nell'Oceano donne, un bambino e molti vecchi, in tutto quasi venti persone. Così raccontava mio padre". Maria Dominga Ferrero vive in provincia di Cordoba, in Argentina, nella casa che suo padre comprò quando, nel 1888, arrivò alla "Merica" a bordo del 'Matteo Bruzzo'. Una casa con i muri bianchi, la cucina grande, le stanze ariose e l'orto nel retro. "In barca gli dicevano 'coma esto, gringo de mierda', mangia questo. Era pane e vermi. Vide morire di fame una donna incinta. Ma cosa poteva fare?".

23/08/09

Un po' di storia

da www.elezioni.comune.roma.it

Nell'autunno del 2003 ebbe inizio quella che a tutt'oggi rappresenta un fallimento per il comune di Roma: la gara per l'elezione del consigliere aggiunto. Perchè di gara si è trattato, tutti attratti da una coppa "posto di lavoro". Il fallimento era alla radice perchè non c'era nessun criterio di votazione. I candidati dovevano solo raccogliere un tot numero di voti per poter essere inseriti nelle liste elettorali. Cosa che fu assai facile... chi vive nel mondo della migrazione non ha difficoltà a trovare nei nomi senza impegno specifico. Da qui si può vedere che tutti potevano partecipare, anche chi era appena arrivato in Italia e non conosceva niente della realtà culturale e multiculturale del territorio. L'importante non era conoscere ma avere il maggior numero di voti. Democrazia? Insufficienza direzionale, del comune di Roma direi! Ovvio che la vittoria era già certa per quei paesi che avevano un gran numero di migranti in Italia: Filippine, Marocco, Romania, Bangladesh... Ciononostante decisi di partecipare solo perchè non volevo che il mio paese restasse fuori da questo che comunque rappresentava una novità (forse storica) per Roma. Mi sono candidato l'ultimo giorno utile... fino all'ultimo ho sperato che qualcun'altro capoverdiano si candidasse così da lasciarmi fuori... E Ho scelto volontariamente di non partecipare per il Comune, perchè i giochi erano già prestabiliti certamente, ma di partecipare per il mio municipio il V... potevo contare solo su 16 voti dei miei connazionali; Il Bangladesh su oltre 500 voti, poi a seguire romania, Perù e a seguire gli altri. I Candidati del Bangladesh erano due e non mi spaventavano perchè il mio obiettivo non era vincere, ma "esserci a nome del mio paese". Ciononostante avevo deciso di dare il meglio e organizzai la mia "CAMPAGNA ELETTORALE". Attraverso un amico di via del Cerchi riuscii ad avere l'elenco ti tutti i votanti. Feci una selezione dei possibili votanti e recapitai casa per casa le lettere da me scritte e imbustate... tutto a mie spese perchè il comune di Roma a noi candidati non ha mai dato neppure un solo centesimo per queste elezioni finanziate dall'Unione Europea. La mia campagna me la sono giocata da solo, con l'aiuto dell'allora mia compagna Maria Auxiliadora Gomes. Qualche volta mi è capitato di incontrare qualche "potente" candidato che mi abbia espressamente chiesto di allearmi con lui perchè tanto era scontata la propria vittoria... Naturalmente, per essere leali verso gli altri e coerente con le miei idee, non ho accettato proposte di alleanze con nessuno, nonostante non ci perdessi niente. Sono stati dei mesi antecedenti le votazioni anche molto interessanti con cene e incontri e scambi di voti con i candidati al Comune che non vedendomi come avversario cercavano di fare patti "di voto" con me: io assicuravo loro il voto dei capoverdiani al comune e loro in cambio mi davano i voti dei loro compaesani al municipio... Sapendo che i loro voti non mi sarebbero mai arrivati perchè come li promettevano a me li promettevano ad altri, ho accettato solo la loro amicizia e dato loro un po' di spazio nel programma radio capoverdiano "Radio Bleza", dicendo loro che dovevano conquistarseli i "capoverdiani"... In questo strano gioco, dove tutti mi cercavano, ma io non "avevo interesse" a dar retta a nessuno, io comunque mi sono divertito, anche sapendo che potevano vincere persone che non sapevano niente di intercultura perchè mai avevano fatto intercultura in Italia... Ridendo e scerzando è arrivato il giorno del giudizio... Partito con 16 voti sono arrivato al traguardo con 73 voti... Una vittoria che... non verrò eletto consigliere ma... qualche tempo dopo vice-presidente della Consulta per l'Emigrazione del V Municipio... ma questa è un'altra storia che presto vi racconterò.

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE
J. Canifa Alves, l'On.le M. Monteiro, l'On.le Frias, l'On.le Sousa, rappresentante Caritas F. Pittau

Un libro può salvare la vita

  • edgar allan poe - racconti
  • Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine
  • Isabel Allende - il piano infinito
  • Luis Romano - famintos
  • Michael Ende - la storia infinita

MONDO MIGRANTE

Los Angeles – Charlize Theron è diventata cittadina americana. Ad annunciarlo la stessa attrice durante il David Letterman Show: “ho sempre desiderato essere cittadina americana, ma loro non volevano accettarmi… Ho dovuto studiare. Inoltre era difficile non pensare a qualche trucco all’esame, come quando a me, di madrelingua inglese e sudafricana, è stato dato un foglio e mi è stato chiesto di scrivere correttamente la frase: è una giornata di sole”.

Un premio Oscar all’ umorismo americano… ma si diamo loro anche un “Tapiro d’oro”.

Le rivoluzioni non necessariamente rappresentano delle soluzioni... sicuramente ti danno linfa vitale!

RAIZ-LONGE

RAIZ-LONGE
dietro: Benny Hopffer Almada, Giovanni Mone, Alfredo Pierantozzi; al centro: Marta Poretti, Viviana Alves, Jorge Canifa Alves, Cateline Hopffer Almada, Lorena Salvatori, Walter do Rosario; in basso: Hamdi Dahir, Linda Evora, Aderico Brito.