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25/11/09

MARE BIANCO

Il teatro Massenzio... un teatro di "altri tempi"... un tempio dell'arte poetica e oratoria!
Era una sera di primavera... nel lontano 2006 quando... il Massenzio ci aprì le braccia!

In questo luogo magico è andato in scena MARE BIANCO, un opera corale, scritta a più mani... sotto la regia di Dina Capozio ed Ella Catalano un gruppo di artisti iniziò un percorso simile a quello de "L'Orchestra di Piazza Vittorio" (d'altra parte il gruppo nasceva qualche anno prima dalla stessa matrice: quelli di Apollo11 che facevano capo al Piccolo Apollo dell'Istituto Galilei di via Conte Verde), un percorso durato qualche anno e che li avrebbe portati a realizzare diversi spettacoli nel cuore dell'Esquilino in un discorso di recupero del quartiere!

MARE BIANCO viene scritto ed interpretato dagli stessi autori: Josette Martial (Guadalupe), Gustavo Bras (Argentina), Ingy Mubiyai (Egitto-Congo), Cristina Alì Farah (Somalia), Jorge Canifa Alves (Capo Verde) e Alex Mendizabal (Paesi Baschi)... in altri spettacoli ci sono stati autori ed interpreti di altre nazionalità... per questo eravamo definiti "i Poeti dal Mondo".

Sempre, all'arte poetica, si aggiungeva si aggiungeva una buona dose di musica... In MARE BIANCO protagonisti sono stati un sax, un tamburo e la sacra cora di Pap Kanoutè!

Tratto da "MARE BIANCO"

"Potenza della natura che ti cattura e ti scatena nel petto un impeto verso la grandezza, verso l’immensità. L’odore dell’infinito che si confonde con quello del cielo e insieme inducono l’uomo

a sottomettersi alla volontà dell’Altissimo.

Questo pensavo del mare.

E pensavo che fosse una parte di Dio, come il cielo, come il deserto, come la terra.

Pensavo che Dio si manifestasse in quegli elementi e che lì io lo avrei trovato."

15/11/09

Bianco Nero e "colorato"

da REPORTAGE FOTOGRAFICO
delle SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA
ROMA 2008

Foto di Cristiana Martinelli

07/11/09

Scrittori di seconda generazione

da www.cvfaidate.com

di Emanuela Dutto

Ritengo importante e curioso dare spazio all’esperienza di un capoverdiano, Jorge Canifa Alves, giunto in Italia nel 1979, residente a Roma e laureato in Scienze Umanistiche – Letterature Africane di espressione portoghese, il quale parla della sua esperienza di emigrante come “percorso di mitigazione e lenta fusione di due realtà differenti. Un percorso dove si forma la nostra coscienza umana o meglio il nostro bagaglio culturale”.

Solitamente i ‘canali preferenziali’ attraverso i quali i capoverdiani sono riusciti a ritagliarsi un posto nelle nuove società ospitanti, sono state negli anni quelli musicali e gastronomici.

Ma lo stesso Jorge sostiene che “chi viene da un paese lontano, con cultura differente da quella del paese ospitante, avverte anche l’esigenza di doversi portare dietro il fardello della propria cultura, per non dimenticare, per ricordare, per sentirsi più a casa, per sentire casa propria un po’ più vicina.

Così ho avvertito con forza crescente la necessità di dover lasciare una testimonianza scritta della mia cultura di origine”.

Egli distingue innanzitutto due generazioni di “scrittori migranti”. Alla prima, appartengono stranieri che conoscono poco la lingua italiana e la nostra cultura, ma si addentrano in racconti che diventano veri e propri ‘diari’ narranti il percorso che ha portato gli autori stessi dal paese di origine alla loro avventura italiana.

C’è poi la seconda generazione di “scrittori migranti”, nella quale Jorge stesso si identifica, che è quella di coloro che sono nati, culturalmente parlando, in Italia.

“Conoscendo il mio volto, ci si attendeva qualcosa di ‘esotico’, invece una scrittura in perfetto italiano in uno stile occidentale, faceva perdere al lettore l’equilibrio nella lettura.

Secondo alcuni non esprimevo quello che ero veramente: un potenziale scrittore ‘straniero’, con un bagaglio ‘diverso’ da tutti i giovani scrittori italiani.

Dovevo tirare fuori questa ‘diversità narrativa’!

Ma credo che la diversità sia sinonimo di originalità ed è ciò che è originale che merita di essere letto perché provoca curiosità nel lettore.

Credo anche che l’intercultura non sia una via a senso unico dove io imparo e tu taci, ma una strada ‘di porto’ : io imparo da te qualcosa e ti insegno qualcos’altro e tu fai lo stesso con me.”

Con il passare del tempo, gli “scrittori migranti” vanno oltre il semplice ‘diario’; non vogliono più sentirsi stranieri nella lingua, ma solo nell’anima e diventano scrittori, prima che emigranti, per testimoniare qualcosa della vita del loro paese, per non dimenticare o per ricordare a loro stessi qualcosa che a loro appartiene, ma è lontano chilometri.

Ecco che ritorna, seppur sotto forme diverse, la figura del giovane e, nel caso di Jorge Canifa, anche dello scrittore, come ‘mediatore culturale’, non più soltanto per integrarsi in una cultura e in una società straniera, ma come ricchezza di entrambi i popoli: nati in Italia, questi italo capoverdiani, possiedono non solo una profonda conoscenza della nostra società, ma anche un’altrettanto importante conoscenza del loro paese di origine.

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE
J. Canifa Alves, l'On.le M. Monteiro, l'On.le Frias, l'On.le Sousa, rappresentante Caritas F. Pittau

Un libro può salvare la vita

  • edgar allan poe - racconti
  • Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine
  • Isabel Allende - il piano infinito
  • Luis Romano - famintos
  • Michael Ende - la storia infinita

MONDO MIGRANTE

Los Angeles – Charlize Theron è diventata cittadina americana. Ad annunciarlo la stessa attrice durante il David Letterman Show: “ho sempre desiderato essere cittadina americana, ma loro non volevano accettarmi… Ho dovuto studiare. Inoltre era difficile non pensare a qualche trucco all’esame, come quando a me, di madrelingua inglese e sudafricana, è stato dato un foglio e mi è stato chiesto di scrivere correttamente la frase: è una giornata di sole”.

Un premio Oscar all’ umorismo americano… ma si diamo loro anche un “Tapiro d’oro”.

Le rivoluzioni non necessariamente rappresentano delle soluzioni... sicuramente ti danno linfa vitale!

RAIZ-LONGE

RAIZ-LONGE
dietro: Benny Hopffer Almada, Giovanni Mone, Alfredo Pierantozzi; al centro: Marta Poretti, Viviana Alves, Jorge Canifa Alves, Cateline Hopffer Almada, Lorena Salvatori, Walter do Rosario; in basso: Hamdi Dahir, Linda Evora, Aderico Brito.