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27/02/10

il primo marzo 2010


YO MIGRO IL PRIMO MARZO

Siamo tutti clandestini. Siamo tutti antirazzisti, oltre la retorica della solidarietà. La crisi e i suoi effetti sempre più concreti non fanno altro che scoperchiare il vaso di Pandora. Dai migranti espulsi a fucilate perché schiavizzarli non serve più, ai maestri lasciati a casa perché sono troppi, ai precari che vedono sfumare ogni possibilità di reddito, agli studenti che vedono svanire ogni possibilità di futuro degno. Troppi, siamo troppi, nelle scuole e nei posti di lavoro e qualcuno va messo fuori dal gioco. Cosi diventiamo clandestini, ricattabili, pericolosi, così ci vogliono divisi, in competizione, diffidenti. Noi la crisi non la paghiamo.

continua su----> yomigro

Atmosfere eritree


A photographic book evokes the timeless atmosphere of the Eritrean capital


Un libro fotografico evoca atmosfere senza tempo della capitale eritrea








Cesar Mba is a Guinean-Spanish writer. I met him over a year ago in Lyon, during a conference for Afro-Europeans. He now lives in Malabo, which he describes as "the city of the universal rains". continue to --->
Vogue - Cristina Alì Farah

25/02/10

RONDINI E RONDE

Come volare alto sul RAZZISMO!
dal sito www.mangrovie.org

La sigla è di quelle che più anonime non si può. Ma dietro il ddl 733 B si cela una delle leggi tra le più retrive pensate dal governo Berlusconi, cinicamente detta “pacchetto sicurezza”.
Dal 2 giugno 2009, giorno della sua entrata in vigore, la clandestinità è un reato penale. Fuggire da un Paese in guerra, dalle torture, dalla fame e scegliere l’Italia come approdo porta dritti in quei lager che sono i Centri di identificazione ed espulsione. Oppure in galera.
I racconti contenuti in questa antologia sono stati scritti da autori migranti e italiani. Voci, culture, pensieri diversi levati contro una politica razzista che non può e non deve avere la meglio sul nostro futuro. Impensabile senza immigrati. E senza l’arricchimento che scaturisce dal confronto tra diverse culture.

Racconti di:
Julio Monteiro Martins, Pina Piccolo, Daniele Barbieri, Tahar Lamri, Milton Fernàndez, Mihai Mircea Butcovan, Giuseppe Calabrese, Raffaele Niro, Zhanxing Xu, Claudiléia Lemes Dias, Susanne Portmann, Helene Paraskeva, Jorge Canifa Alves, Marina Sòrina, Ismail Ademi, Leonardo Tondelli, Rosana Crispim Da Costa, Božidar Stanišić, raphael d'abdon, Paolo Buffoni Damiani.

Prefazione di Jean-Léonard Touadi.


«Presentarsi agli altri, gentilmente; poi con un sorriso-maschera cortese ripetere due, tre volte il proprio nome e cognome, esotici perché non italiani. [...] Ci sono però immigrati che, oltre a presentarsi in modo borghese, potrebbero fare altre scelte, soprattutto come testimoni della Storia.
Un giovane colombiano di nome Alvaro potrebbe presentarsi come colui che ha vissuto l’uccisione di tutti i suoi nove familiari, ed è riuscito a fuggire perché voleva vivere malgrado tutto; un kurdo di nome Jusef e sua moglie Aisha come coloro che su una zattera di gomme di auto usate sono riusciti a raggiungere l’altra sponda di un grande fiume in Iraq e a salvarsi dai loro persecutori»

19/02/10

Chiodo Fisso

Chiodo Fisso
per la regia di Diego Marras

Vi racconto Capo Verde in meno si 9 minuti
: dalla magia della notte fino al mio ritorno e partenza!!!

clicca qui------->Tutto il mondo a Capo Verde

Chiodo Fisso
è uno spazio che offre nella sua brevità la tensione narrativa di un racconto.
Ogni mese "chiodo fisso" si concentra su un tema. Ogni giorno torna sullo stesso tema, ma nella chiave sempre diversa del protagonista di quella singola puntata. Attraverso la costellazione delle molte storie ci avvicineremo al centro del tema che è stato prescelto Il primo chiodo fisso è dedicato all'Africa.
Non pretende di descrivere un intero continente ma si propone di darci molte e inaspettate immagini dell'Africa, di compiere piccole significative incursioni che possono avere anche il senso di scalfire qualche luogo comune.

12/02/10

Presidente o Capo dei Banditi?

Forse dimenticherò difficilmente questa intervista che per un attimo mi ha riportato dentro l'ITALIA, questa amata terra per cui continuo a lottare anche standole lontano perchè l'amore che nutro per Lei è immenso, quasi quanto per l'altra mia Lei: CAPO VERDE!
Grazie Francesco!

STORIA di JORGE
da MixaWeb
di Francesco Bianco

Io ho avuto la fortuna di avere un'insegnante straordinaria alle medie. Questa persona, oltre a stimare ognuno di noi come fossimo i suoi figli, cercava di tirare fuori da ciascuno le proprie caratteristiche artistiche. Ci portava dentro le storie, nel tentativo di farcela creare a noi una storia. Da qui è nata la mia passione per la scrittura. Potevo creare situazioni incredibili e personaggi fantastici. Ho continuato a scrivere brevi racconti, alcune poesie, vestendomi sempre dei panni dello 'scrittore italiano', sempre con ambientazioni italiane. Finché a un certo punto non ho riscoperto la mia parte africana. C'è stato un vero e proprio cambio. Qualcosa è scattato dentro di me. L'esigenza di vedere la scrittura non più come semplice diario di un ragazzino, ma come il desiderio d'informare le persone che mi leggevano dell'altra mia maschera, quella africana”.


Inizia così il mio incontro con Jorge Canifa Alves, scrittore di Capo Verde, che si è trasferito nel 1979 in Italia con la madre. "Se penso alla mia infanzia, vedo un bambino che corre sulle montagne di Santantao a piedi scalzi seguito da altri ragazzini anche più grandi. Ero un leader. Scherzando dico sempre a mia madre che se fossi rimasto a Capo Verde sarei diventato qualcosa d'importante nel bene o nel male. O il presidente o il capo dei banditi”. Invece a sei anni, prima Lisbona, in Portogallo e subito dopo in Italia. Gli inizi, come molto spesso accade nei racconti di vita della cross generation (o per chi preferisce della Seconda Generazione) non sono facilissimi. Anzi "terribili", come li definisce lui stesso. Abita a Marcellina, un paesino di qualche migliaia di anime, in provincia di Roma. La maestra delle elementari era molto diversa da quella delle medie. Jorge ovviamente non parlava ancora bene l'italiano e l'insegnante, invece di aiutarlo, lo mette su un banco con un foglio a disegnare, mentre gli altri bambini imparano a leggere e scrivere. La madre reagisce. Impaurita per il futuro del figlio decide che Jorge deve dimenticare Capo Verde. Il modo migliore per inserirlo è cancellare l'Africa e il creolo, la sua lingua per immergerlo nella nuova cultura. "Mia madre mi ha proibito di entrare in contatto con la parte africana, in qualche modo per proteggermi".
La vita da adolescente normale, forse fin troppo. Tutta a Marcellina, dove Jorge ha vissuto in un ambiente protetto e ovattato. Atti di razzismo veri e propri non ne ha incontrati. Solo una volta su un pullman vuoto che lo stavo portando a Roma, una signora italiana pretendeva che si alzasse e le lasciasse libero il posto. “Ma forse quello non era razzismo, era solo una donna fuori di testa”.


Jorge torna a recuperare la sua identità capoverdiana solo molti anni dopo con il racconto 'La Casa di Acqua', dove mette su carta la sua decisione di recuperare le sue radici. Questa esperienza lo mette in contatto con molti altri scrittori africani, che non immaginava neanche esistessero, perché “l'Italia è una barriera chiusa, non ti mette a contatto con le altre culture”. Incontra quindi altri artisti che come lui sono africani ma vivono in Italia. Non solo scrittori, ma anche musicisti, pittori. E' stato un momento di svolta della sua vita.
In questa rivoluzione Jorge ha cambiato tutto, anche città. "Amici che nascevano con me nella mia nuova esperienza".


Ora una nuova vita a Murcia, in Spagna. In Italia non riusciva più a trovare quello che cercava. Non è questione solo di razzismo o discriminazione. Semplicemente da noi non ci sono più possibilità per cercare la propria strada. Almeno per ora. “Ma se riesco torno”. Jorge, insomma, è uno dei 150 mila italiani che l'anno scorso hanno lasciato l'Italia alla volta della Spagna, per tentare la carta di avere un futuro.

01/02/10

Poesia Rom

Rifletti fratello
loro ti dicono ladro e pezzente
loro ti dicono sporco e lebbroso
ma pochi sanno che la mia gente
dispersa su tutta la terra
non ha mai fatto
una guerra.

(anonimo - tratto da Poesia dell'esilio, Roma, Arlem, 1998)

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE
J. Canifa Alves, l'On.le M. Monteiro, l'On.le Frias, l'On.le Sousa, rappresentante Caritas F. Pittau

Un libro può salvare la vita

  • edgar allan poe - racconti
  • Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine
  • Isabel Allende - il piano infinito
  • Luis Romano - famintos
  • Michael Ende - la storia infinita

MONDO MIGRANTE

Los Angeles – Charlize Theron è diventata cittadina americana. Ad annunciarlo la stessa attrice durante il David Letterman Show: “ho sempre desiderato essere cittadina americana, ma loro non volevano accettarmi… Ho dovuto studiare. Inoltre era difficile non pensare a qualche trucco all’esame, come quando a me, di madrelingua inglese e sudafricana, è stato dato un foglio e mi è stato chiesto di scrivere correttamente la frase: è una giornata di sole”.

Un premio Oscar all’ umorismo americano… ma si diamo loro anche un “Tapiro d’oro”.

Le rivoluzioni non necessariamente rappresentano delle soluzioni... sicuramente ti danno linfa vitale!

RAIZ-LONGE

RAIZ-LONGE
dietro: Benny Hopffer Almada, Giovanni Mone, Alfredo Pierantozzi; al centro: Marta Poretti, Viviana Alves, Jorge Canifa Alves, Cateline Hopffer Almada, Lorena Salvatori, Walter do Rosario; in basso: Hamdi Dahir, Linda Evora, Aderico Brito.