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09/07/25

Racconti in altalena

"Racconti in Altalena" (in portoghese, "Contos no Baloiço") è una raccolta di racconti dello scrittore capoverdiano Jorge Canifa Alves, pubblicata nel 2011. L'opera si distingue per la sua capacità di esplorare le molteplici sfaccettature dell'esperienza umana attraverso un linguaggio evocativo e uno sguardo attento alle realtà sociali e culturali di Capo Verde.

Il titolo stesso, "Racconti in Altalena", suggerisce un movimento, una oscillazione tra diversi stati d'animo, situazioni e prospettive, riflettendo la dinamicità delle vite dei personaggi e le tematiche affrontate. Ogni racconto è un mondo a sé stante, eppure tutti sono legati da un filo comune che indaga la condizione umana in contesti sia urbani che rurali dell'arcipelago.

Temi chiave affrontati dall'autore includono:

 * La vita quotidiana a Capo Verde: Alves dipinge quadri vividi della routine, delle tradizioni, delle difficoltà e delle gioie della gente comune, offrendo uno spaccato autentico della società capoverdiana.

 * L'emigrazione e la diaspora: Un tema ricorrente nella letteratura capoverdiana, anche in quest'opera l'emigrazione è esplorata nelle sue varie forme, dalle partenze forzate alla nostalgia per la terra natale, fino alle difficoltà di integrazione in nuovi contesti.

 * Le relazioni umane: I racconti si soffermano sulle dinamiche familiari, le amicizie, gli amori e le delusioni, esplorando la complessità dei legami affettivi e le loro implicazioni.

 * Le sfide sociali: L'autore non si sottrae dall'affrontare temi delicati come la povertà, l'ingiustizia, la discriminazione e le disuguaglianze sociali, spesso attraverso la voce di personaggi emarginati o vulnerabili.

 * La ricerca di identità e il senso di appartenenza: Molti personaggi sono alla ricerca del proprio posto nel mondo, dibattuti tra le radici culturali e le influenze esterne, tra il desiderio di rimanere e la spinta a partire.

 * La speranza e la resilienza: Nonostante le difficoltà spesso descritte, i racconti sono intrisi di una profonda umanità e di un senso di speranza, mettendo in luce la capacità dei personaggi di affrontare le avversità con dignità e resilienza.



27/06/25

Jessica Fortes

LA BAMBINA DAI PIEDI SCALZI 

Il libro è una raccolta di dieci brevi racconti, quasi delle favole, che hanno come protagonista una bambina capoverdiana di nome Julinha. Le sue avventure sono condivise con i suoi due amici, Bety e Calù, e spesso anche con un asinello di nome Ziplin.

Questi racconti, ambientati nel paese d'origine dell'autrice, Capo Verde, trasmettono in modo semplice e diretto valori positivi e fondamentali come la giustizia, la generosità e la bellezza. Attraverso le esperienze della piccola Julinha, l'autrice esplora tematiche importanti per la crescita e la maturità, presentando al lettore, in particolare ai più giovani, una visione del mondo ricca di significato.

autrice: JESSICA FORTES

ALBATROS EDITRICE

 Ho chiesto a Gemini di indicarmi i nomi dei 100 scrittori capoverdiani più importanti di sempre... Non mi ha fornito una classifica, ma ritrovarsi tra i "degni di nota" è qualcosa di libidinoso... 

Ecco la sua risposta:

Commedia mista

Compilare una lista esaustiva dei 100 più importanti scrittori capoverdiani di sempre è un'impresa complessa, dato che la letteratura di Capo Verde è ricca e in continua evoluzione, e le classifiche di importanza sono spesso soggettive. Tuttavia, è possibile identificare i nomi più influenti e rappresentativi, che hanno segnato la storia letteraria dell'arcipelago.

La letteratura capoverdiana ha le sue radici in una tradizione orale e si è sviluppata a partire dal XIX secolo. Un punto di svolta fondamentale è stato il movimento Claridade, fondato negli anni '30, che ha promosso la letteratura creola e l'identità culturale capoverdiana.

Ecco un elenco dei principali scrittori capoverdiani, che include figure storiche e contemporanee di spicco, con una menzione dei loro generi e contributi:

I pionieri e il movimento Claridade

 * Eugénio Tavares (1867-1930): Poeta e compositore, considerato il padre della letteratura creola. Le sue poesie in creolo, spesso musicate, sono un simbolo dell'identità capoverdiana.

 * Jorge Barbosa (1902-1971): Uno dei fondatori del movimento Claridade. I suoi lavori, come Arquipélago (1935), hanno rotto con la tradizione letteraria portoghese, concentrandosi sui temi dell'isolamento, della saudade (nostalgia) e della natura di Capo Verde.

 * Manuel Lopes (1907-2005): Co-fondatore di Claridade. Scrittore di romanzi, racconti e poesie. Il suo romanzo Chuva Braba (1956) è un'opera fondamentale che descrive la dura realtà della siccità.

 * Baltasar Lopes da Silva (1907-1989): Altro fondatore di Claridade. Scrittore, poeta e linguista, è l'autore di Chiquinho (1947), considerato il romanzo più importante della letteratura capoverdiana. Ha anche studiato e valorizzato il dialetto creolo.

 * António Aurélio Gonçalves (1901-1984): Scrittore, saggista e critico letterario, legato al movimento Claridade.

Altri autori di rilievo

 * Corsino Fortes (1933-2015): Considerato uno dei più grandi poeti capoverdiani, ha rivoluzionato la poesia dell'arcipelago con la sua trilogia Pão & Fonema, caratterizzata da uno stile moderno e innovativo.

 * Ovídio Martins (1928-1999): Poeta e scrittore, ha affrontato temi sociali e politici, come la lotta per l'indipendenza.

 * Sérgio Frusoni (1923-1993): Scrittore e poeta, noto per aver scritto in creolo di São Vicente, contribuendo in modo significativo alla sua diffusione.

 * Luís Romano Madeira de Melo (1922-2010): Scrittore e poeta.

 * Arménio Vieira (1941): Poeta e giornalista, vincitore del prestigioso Premio Camões nel 2009.

 * Germano Almeida (1945): Uno degli scrittori contemporanei più celebri. Autore di romanzi tradotti in diverse lingue, ha vinto il Premio Camões nel 2018. Il suo romanzo più noto è O Testamento do Sr. Napumoceno da Silva Araújo (1989).

 * Dina Salústio (1941): Scrittrice, autrice di romanzi, racconti e poesie. È considerata una delle più importanti scrittrici capoverdiane contemporanee.

 * Vera Duarte (1952): Poeta, scrittrice e politica, ha pubblicato diverse raccolte di poesie e saggi.

 * Yolanda Morazzo (1927-2009): Poeta, ha affrontato temi legati alla femminilità e alla società.

 * Henrique Teixeira de Sousa (1919-2006): Scrittore, medico e politico.

 * José Luís Tavares (1967): Poeta di fama internazionale.

Altri nomi da menzionare

La lista di autori che hanno contribuito alla letteratura capoverdiana è molto più ampia. Tra gli altri, si possono citare:

 * Pedro Cardoso

 * Tomé Varela da Silva

 * Daniel Spínola

 * Aguinaldo Fonseca

 * Jorge Canifa Alves

 * Daniel Filipe

 * Onésimo Silveira

 * Orlanda Amarílis

 * Leopoldina Barreto

 * David Hopffer Almada

 * Ondina Ferreira

 * Mário Fonseca

Importante: Creare una lista di 100 nomi "più importanti" è un'impresa che non ha un'unica risposta. La letteratura capoverdiana è un tessuto complesso di voci e stili. L'elenco sopra include gli autori più riconosciuti a livello internazionale e coloro che hanno avuto un impatto significativo nello sviluppo della letteratura nazionale.


10/06/25

SENZA PAURA DI CAMBIARE

 

Ci sono persone che non vedi per anni, restano in silenzio dentro di te e sai che qualsiasi cosa possa accadere loro ci sono per un sorriso, una pacca sulle spalle... Anna Paola Cavalieri è una di queste mie anime nascoste, che apprezzo ed amo per l'amicizia incondizionata (negli ultimi dieci anni ci siamo visti due volte?) per come porta avanti il suo lavoro di ginecologa, cioè con passione e professionalità uniche. 

Conosciuta nel 1992, durante il primo anno di medicina (già ho fatto due anni di medicina prima di rifugiarmi a "Lettere"!), la nostra amicizia non ha mai visto un secondo di buio. 

Ed ora la ritrovo qua in questo suo straordinario libro sull'approccio alla menopausa... 


SENZA PAURA DI CAMBIARE

di ANNA PAOLA CAVALIERI 

"Senza paura di cambiare" è un libro scritto dalla ginecologa Anna Paola Cavalieri, pubblicato da Mondadori nel 2024. Il libro affronta il tema della menopausa, cercando di sfatare i tabù e le paure che spesso circondano questa fase della vita di una donna.

Cavalieri, con la sua esperienza ventennale come ginecologa, propone un approccio alla menopausa non come una malattia o una fase di declino, ma come un periodo di rinnovamento, consapevolezza e cura di sé. Il testo fornisce informazioni chiare e dettagliate, supportate da studi scientifici recenti, su come affrontare i cambiamenti fisici e psicologici legati alla menopausa, tra cui vampate, disturbi dell'umore, nebbia mentale, dolore articolare e calo del desiderio.

L'autrice esplora l'importanza di nutrizione, attività fisica e sonno, e si sofferma sul ruolo degli ormoni, offrendo consigli pratici per vivere al meglio questa fase della vita. Il libro è descritto come una lettura scorrevole, delicata e rassicurante, che mira a dare alle donne gli strumenti per conoscere il proprio corpo e accogliere i cambiamenti con serenità.

"Senza paura di cambiare" è pensato per essere una guida per le donne che si avvicinano o stanno vivendo la menopausa, incoraggiandole a parlare apertamente dei propri vissuti e a non sentirsi sole. L'obiettivo è trasformare la menopausa da un argomento "tabù" a un'opportunità di crescita e benessere.


Il salto dello Scorpione

IL SALTO DELLO SCORPIONE

"Il salto dello scorpione" è un romanzo scritto da Jorge Canifa Alves, un autore di origine capoverdiana che vive in Italia. Il libro è stato pubblicato in self-publishing tramite "ilmiolibro self publishing" nel 2014.

Trama e Tematiche:

copertina realizzata dall'autore

Il romanzo ha come protagonista Luciano, un uomo che a cinquant'anni si rende conto di aver vissuto una vita in attesa, bloccato nel ricordo di un amore adolescenziale. All'età di quattordici anni, Luciano incontra Iolanda, una ragazza che lo travolge con le sue idee sulla fantasia, le stelle e la realizzazione dei sogni. Il loro amore è intenso, ma Iolanda deve migrare in Francia con i suoi genitori, lasciando Luciano in una sorta di "stazione chiamata ATTESA".

Anni dopo, a 54 anni, Luciano decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di Iolanda, scoprendo una nuova personalità e nuove esperienze. Questo viaggio lo porta attraverso diverse città europee (Parigi, Leiden, Jumilla), e lungo il percorso incontra Ninon, una nuova amica che lo aiuterà a confrontarsi con le sue delusioni e illusioni d'amore. Un elemento ricorrente nella storia è un misterioso libro dalla copertina rossa, che sembra collegare passato e futuro.

Il titolo "Il salto dello scorpione" è metaforico: uno scorpione non può saltare, ma la fantasia permette di superare i limiti. Il libro è un invito a fare un "salto" dentro la fantasia e i sogni, ma anche a confrontarsi con la realtà, che può essere "velenosa come il pungiglione di uno scorpione" nel momento del ritorno.

Tra le tematiche principali emergono:

 * La memoria e il ricordo: Il romanzo è un viaggio nei ricordi del protagonista, che cerca di ricostruire il suo passato e il suo rapporto con Iolanda.

 * La ricerca di sé: Attraverso il viaggio e gli incontri, Luciano scopre nuovi aspetti del suo "io" più profondo.

 * Il multiculturalismo: L'autore, con le sue origini capoverdiane e la vita in Italia, esplora le sfumature di culture diverse e il loro incontro.

 * L'importanza della fantasia e dei sogni: Il libro sottolinea come la fantasia possa essere un potente strumento per affrontare la vita e superare le difficoltà.

 * Amore e attesa: Il filo conduttore è la storia d'amore con Iolanda e il lungo periodo di attesa e speranza di Luciano.

Stile:

Jorge Canifa Alves utilizza una scrittura che si muove tra racconto e romanzo, spesso confluendo anche in elementi autobiografici. Il suo stile è descritto come una "linea di confine fra i territori della propria patria e le terre straniere", ricco di incroci e migrazioni.

20/11/17

una ricettina

CABOVERDIAN SNACK

Un'idea per uno snack veloce? Dal sapore italiano e il gusto-colore #capoverdiano?

Bene! oggi vi propongo: lo spuntino capoverdiano.
E' semplice da preparare.

Partiamo dagli ingredienti:
32 mini fette biscottate
200 grammi di mascarpone
un tubetto di colorante blu per dolci
32 chicchi di melograno
più il condimento segreto (7 minuti di el sueño degli #AiresTango, in alternativa due dosi di un solo colore di Jerusa Barros)


Preparazione
In una terrina amalgamate 150 grammi di mascarpone e il colorante blu.
Una volta ottenuto un impasto di un colore omogeneo, con un cucchiaino spalmatela sulle fette biscottate in modo da avere uno sfondo blu come il mare. Il mare, cos'è il mare senza onde? Ora prendete i 50 grammi di mascarpone non utilizzato e create delle piccole noci che appoggerete sul mare blu con l'aiuto di uno stuzzicadenti. Per finire, su questo composto bicolore collocate il vostro diamante rosso: un chicco di melograno. 
Sistemateli su di un piatto a vostro piacimento. L'effetto è assicurato.



Esiste anche la versione la versione salata... nella mia versione salata lo snack cambia nome:
italian snack
Invece del mascarpone e del colorante blu usate il patè di olive verdi per creare lo sfondo, 
invece del mascarpone bianco usate il vostro formaggio preferito e invece del chicco di melograno provate con un tocchettino di prosciutto... appuntate tutto con uno stuzzicadenti.

p.s. il condimento segreto resto lo stesso del caboverdian snack.

Buon appetito

10/09/17

L'ultimo attimo

25 anni fa scrivevo questo racconto... non avrei mai immaginato che soli 25 anni dopo un pazzo avrebbe iniziato a fare sperimenti con l'energia termonucleare... allora era solo una mia fantasia, ora è realtà... speriamo di essere smentito almeno nel finale!

Corea del NORD fa esplodere bomba termonucleare all'idrogeno a 10 km di profondità provocando un terremoto di magnitudo 6.3... e tre giorni dopo la terra risponde con un terremoto di magnitudo 8.2... periamo che qualche cojone non risponda alla Corea, altrimenti una reazione a catena non la fermerà nessuno, la Terra si ribellerà e risponderà con tutta la sua potenza distruttrice e non ce ne sarà per nessuno: nè per Kim nè per chi pensi di usare il suo stesso grado di pazzia.
L'ULTIMO ATTIMO

Tutto mi è accaduto nello stesso
istante, come se la mia vita intera fosse
una sola immagine inintelligibile.
(Isabel Allende, Paula)

Quel lunedì di quell'ultimo dì di gennaio sarebbe stato un lunedì davvero diverso da tutti i lunedì che lo avevano preceduto.

La domenica precedente – il giorno prima – si era già avvertito nell'aria quel nonsocché di strano.
E a nessuno quell'oggi – lunedì – sarebbe mai passato per la mente che quel giorno sarebbe stato...
La fine del mondo. – Disse una voce maschile proveniente da un'altra stanza.
Cosa dici caro? – Domandò una voce femminile... Di una ragazza che seduta davanti allo specchio della camera da letto si andava abbellendo gli occhi suoi già belli di una vistosa bellezza naturale.
Dicevo che è la fine del mondo questa cravatta che mi hai regalato.
Davvero ti piace, caro!?
Dio, se mi piace!!
Sono contenta, – si andava, ora, incipriando il viso. – Sai, non sapevo cosa regalarti!!
D'altra parte hai già tutto ciò che avrei potuto e desiderato regalarti!
Già!
E la conversazione si interruppe.

La stanza, dov'era la donna, era molto ampia e illuminata in ogni dove e da luce artificiale e da luce naturale.
Le pareti erano bianche, bianche... Rosa.
Sì, perché a prima vista, pareva di un bianco pallido, smorto, poi invece osservando attentamente ci si poteva rendere conto che in realtà non c'era assolutamente un centimetro quadro di bianco... Il tutto era coperto da un tenuissimo rosa perlato.
Il mobilio, invece, era proprio tutto bianco.
E bianco erano pure i tappeti di lana, ai piedi del letto, e il copriletto del letto già rifatto.
Una sola finestra dava sull'esterno.
E fuori ogni cosa era dipinta di bianco... Ogni cosa ricoperta di candida neve.
Tutto bianco!!
No... I capelli della ragazza non erano bianchi, erano neri...
Anche il vestito della ragazza era bianco... Bianco come un vestito da sposa, ma vestito da sposa non era.
Di fronte alla finestra c'era la porta – bianca – del bagno dove il ragazzo si stava aggiustando la bella cravatta grigio–blu davanti ad un enorme specchio.
Il bagno era di un delicato celeste che, in presenza di una forte luce – e ora la stanza era molto illuminata –, poteva anche sembrare bianco.
Qui, però, a differenza dell'altra stanza, c'erano altre tonalità più forti: dagli abiti scuri del ragazzo, agli asciugamani blu scuro, ai bordi della vasca, al WC anch'essi di un blu oltremare.
Il ragazzo era biondo e aveva due occhi che parevano due smeraldi.
Gisèl, mi vieni a fare il nodo alla cravatta, per favore!?
Lo sai che non sono bravo come te, no!?
Un attimo Tesoro.
Mi metto le scarpe e sono subito da te.
Non passarono neppure venti secondi.
Nel frattanto, il vecchio duomo, in lontananza, andava battendo le dieci.
Eccomi Tesoro!
Roberto, questo era nome del ragazzo, rimase a bocca aperta, per qualche secondo, alla vista della ragazza, e poi se ne uscì con un fischio di compiacimento.
Sei un angelo piovuto dal cielo.
Sei splendida, Amore mio!
In effetti era comparsa sulla porta del bagno come una visione, una dea, come Venere in persona... Scura di carnagione ma pur sempre una splendida dea.
Portava una veste aderentissima al corpo che le metteva in mostra tutte le sue magnifiche curve; si reggeva, leggiadra, su dei tacchi non più bassi di nove centimetri; e aveva una pettinatura che le scendeva sul lato destro, in enormi boccoli – aggressivi come quelli di una cascata.
Chiunque, anche il più cieco dei ciechi, si sarebbe voltato a guardarla.
Era davvero stupenda.
La mia splendida capoverdiana... Non c'è donna più bella!
Oh, se non avessi te! Chi me li farebbe mai tutti questi complimenti?
Chiunque altro.
Oh, piantala adesso, altrimenti non riuscirò più a farti questo nodo!
Sei la migliore moglie che un uomo possa mai desiderare.
Dài!!!
Roberto la tirò, improvvisamente, a sé e la baciò.
I due corpi furono l'uno avvinghiato all'altro.
Poi la mano di Roberto cominciò, lentamente, a salire su, lungo la gamba di Gisèla.
Passò sotto la veste.
Poi improvvisamente la mano si fermò proprio sotto la chiappa destra e... Sfilò da sotto il vestito e si diresse rapida verso i bottoni, in alto, della camicia.
Il primo... il secondo... Ed ora anche il terzo bottone erano usciti fuori dalle loro asole.
E la calda mano si insinuò tra le pieghe e venne a contatto con il nudo seno della ragazza... E si cercavano e si sfregavano l'uno con e contro l'altro con passione, con ardore, con amore anche.
Non si sa con quale atto di volontà, però, la ragazza riuscì a respingere l'amato.
Ora il rossetto, una volta di Gisèla, era tutto sparso sulle labbra, collo e guance di Roberto.
Gisèla, preso un asciugamano, lo pulì tutto.
Quindi si sistemò lei.
In pochi secondi fu pronta come lo era stata qualche istante prima.
Perché non mi hai lasciato continuare?
Dobbiamo andare, Tesoro.
Te lo sei forse dimenticato che siamo invitati a pranzo da tua madre, oggi?
Ma cosa ce ne importa!?! Dài, torniamocene a letto! Non senti che freddo che fa? Brrrrrhh!!
E si strinse nelle spalle.
Ma dài mattacchione mio!! Cosa ti salta per la testa, e poi hai, forse, dimenticato che devi passare in banca per quell'affare urgente per cui ti ha chiamato il direttore!?
Già, me ne ero completamente dimenticato.
Su, sbrighiamoci allora!! – Terminò la conversazione Gisèl, mentre terminava, anche, di stringere il nodo della cravatta.
Quindi, dato un bacio sulla punta del naso a lui, uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Roberto rimase a guardarsi allo specchio ammirandosi e sorridendo.
Improvvisamente vide... Una pistola lo puntava... L'indice stava per premere il grilletto.
Una pistola dentro lo specchio!?
Non sto scherzando! La vide veramente... No, la sognò... La immaginò... O, forse, la vide veramente!!... Non lo so più a questo punto.
Poi improvvisamente lo specchio si tinse di nero, di rosso, di nero, di rosso, di nero, di rosso e poi ancora di nero.
Roberto chiuse gli occhi e se li stropicciò con il dorso della mano.
Cara!?!
Non ci fu risposta.
Aprì gli occhi.
Debbo essermi affaticato troppo questa notte. – Disse tra sé e sé.
La porta si aprì in quell'attimo e la testa di Gisèla fece capolino.
Chiudi gli occhi Tesoro.
Cosa c'è?!
Chiudi!!
Perché?!
Dài, chiudi gli occhi tesorino mio!!
Se me lo chiedi così come...!!?!!
Chiuse gli occhi.
Improvvisamente sentì delle calde braccia serrargli il collo e poi, sempre con violenta rapidità di tempo, sentì qualcosa di freddo, di metallico cingergli il collo.
Sbarrò gli occhi.
Ti piace Tesoro!?
Al collo del ragazzo era, ora, un bellissimo intreccio di fitte catenelle d'oro che si intrecciavano tra di loro come l'edera ad un palo sottile, e poi appeso a questo era un cuore con due corpi – un uomo e una donna che si baciano, mentre le loro vesti vengono accarezzate dal vento – in rilievo.
Questo è il mio vero regalo per il tuo compleanno, Tesoro. Tanti auguri.
Roberto era rimasto senza parole.
Guardava la ragazza dallo specchio.
È stupendo Gisèl. Anzi molto più che stupendo.
La stava per baciare.
No, – disse Gisèla. – Se ci riattacchiamo, ora... Addio pranzo da tua madre!!
E si allontanò.

Come ti è venuto in mente di farmi un regalo del genere? – Erano ora in strada.
Tutto era bianco e su tutto quel bianco correvano bambini dai variopinti colori tessutari.
Mah, così! L'ho visto, mi è piaciuto e l'ho comprato.

Erano ora davanti alla banca.
Gisèla si stringeva nella sua bellissima pelliccia sintetica e
Roberto la teneva stretta a se, avvolto nel suo scuro soprabito.
Improvvisamente qualcuno, correndo all'impazzata, uscì dalla banca... Un altro gli tenne dietro.
Uscirono uno dietro l'altro, quasi contemporaneamente.
Erano due rapitori armati entrambi con armi da fuoco.
Il secondo, uscendo, si era scontrato con Gisèla che poco mancò che cadesse.
Roberto, fermo al bancomat, poco distante da lei, aveva percepito solo il fatto che uno, un maleducato aveva urtato contro Gisèla continuando la sua corsa senza neppure porgere un minimo di scuse, e allora voltatosi rapido e minaccioso contro questi aveva tentato di afferrarlo.
Che modi sono questi? Potresti per lo meno fermarti e chiedere scusa, no!? Testa di...
E prima che avesse potuto terminare di parlare si era accorto della calza con cui questi nascondeva la sua identità...
Aveva capito.
Ma ormai era già troppo tardi perché il rapinatore si era voltato e aveva esploso un colpo all'indirizzo di Roberto che, però, era stato lesto a buttarsi per terra e... Rialzandosi aveva visto che il proiettile aveva perforato, solamente, il suo ampio soprabito senza miracolosamente toccarlo.
E allora aveva esultato.
Poi si era voltato verso Gisèla.
Non mi ha beccato quel bastardo, non mi ha beccato!!!
Hai visto Gisèl!
Sì. Che fortuna. – Disse Gisèla e crollò sul marciapiede.
G I S E E E L ! ! !
E quest'urlo si stampò nel tempo.
Il proiettile aveva preso in pieno petto Gisèla.
E quando Roberto le era già a ridosso e la stringeva tra le sue braccia, e il direttore della banca uscendo gridava: – Chiamate la polizia – sia a quelli dentro che a quelli fuori, e i bambini scappavano e la gente si accalcava, si accalcava sul corpo di Gisèla, la sua pelliccia da bianca che era si andava tingendo di rosso e la neve non era più bianca.
Gisèla guardò Roberto, sorrise, e poi... E poi non fu più.
Ma non ci fu neppure il tempo per piangere la sua morte perché subito qualcosa fischiò nell'aria.
Tutti volsero lo sguardo verso il cielo e subito nessuno vide più, parlò più, ricordò più, fu più.
La Grande Esplosione aveva cancellato tutto nel raggio di migliaia e migliaia di chilometri.
E subito tutti gli uomini furono l'uno contro l'altro e così altre bombe furono sganciate e altre vittime innocenti caddero.

L'uomo scoprendo quella potente energia, alla quale aveva posto in nome di Omegatermoadrogenionica, aveva posto mano alla fine e...
Nonno cosa vuol dire – visto che lo hai citato spesso – M A N O?
Non te lo so dire Nino. Quando ero piccolo mio nonno mi disse che era... Erano delle specie di... O Nino non me lo ricordo più. Io ti ho raccontato la storia così come lo hanno raccontato a me, quando avevo la tua stessa età, senza aggiungerci e senza toglierci nulla.
E così dovrete raccontarla un giorno ai vostri nipoti.
Ma nonno, tutti gli uomini avevano le mani e, come ci hai raccontato adesso, le braccia e le gambe?
Sì, questo fino a seicentoquaranta anni fa.
Cioè quello di Roberto e di Gisèla fu l'ultima generazione di uomini ad avere mani, braccia e gambe.
Cosa è successo poi? La bomba Omegater... Dermo... Insomma, coma hai detto tu, ha cancellato ciò che adesso noi non abbiamo più?!
Non esattamente. I superstiti avevano ancora braccia e gambe e mani, ma tutti quelli che nacquero dopo la Grande Esplosione vennero a mancare di qualche cosa.
Prima di un solo braccio o gamba, poi invece sempre più venivano mancando di intere parti fino a raggiungere il nostro stato attuale.
Nonno?!
Si Tino!?
Nonno tu hai detto che Roberto quando si accorse dei rapinatori, si buttò a terra...
E hai detto pure che i rapinatori uscirono correndo.
Nino fammi finire di parlare.
E hai detto, ora, che avevano, o meglio, " Vennero a mancare delle gambe." Ora, la domanda è: ma come caspita si muovevano quelli uomini di trecento anni fa!!?? Ma soprattutto cosa sono le gambe??
Seicento Tino... Seicentotrent'otto per l'esattezza!
Comunque il nonno di mio nonno raccontò, a lui, e lui a me, che questi si muovevano dritti, verticalmente... Si spostavano appunto con le gambe. Dritti... Capito!? Come un sasso che cade da una certa altezza.
Che confusione. Non ci ho capito niente.
Nipotini miei a dire il vero neanch'io riesco ad immaginarmi come ciò potesse avvenire...
Forse nonno...
Ho fame nonno.
Già, anch'io! Forza, per oggi basta, andiamo a mangiare.
Nonno, cosa mangiavano gli uomini antichi?
Nonno è vero che...

24/03/17

Pinocchio na Cabo Verde

PINOCCHIO NEL MIO CREOLO PERSONALE

Na grand confusão d'caida, vela pagà! Pai ma fidj f'ca na scur.
Pinocchio po cara serio e preguntal:
-'Nto ke no ta fazé?
- 'nto nha fidj? No ta perdid.
- Porque no ta perdid? Ka falà'ssim paisinh... Dom mo' ke no ta largà... Cuidod onde bo po pe!
- Pa onde bo kre levom?
- No tem ke tentà fujì... bem ma mi... e ka boçè tem medo.
Pinocchio panhà mo d'se pai e d'vagarinh d'vagarinh els dois ta s'bì na garganta d'kel peix-cadela dum tubarò.
D'pois els ta cruzà a lingua... Ta passà d'lant d'kel dents fei... Ants d'saltà Pinocchio falà se pai:
- Pai s'bim na costa e braçom fort... Bo ka podè caì ma mi.
Assim Geppetto faz moda ke Pinocchio d'zel.
Pinocchio com tud ses curaj saltà na mar e 'mpezò a nadà. Mar tava lis moda oil... lua tava brilhà na ceu e kel tubarò tava num sonh tam ferrod ke ne um bomba ka podia cordal.

02/03/17

Amici di Soncent: primo compleanno


Domenica 26 febbraio in via Catanzaro 3, gli Amici di Soncent hanno organizzato una bella festa dove tutti i partecipanti hanno potuto passare un pomeriggio in allegria, danzando, mangiando piatti capoverdiani e vedendo un film tratto dal libro di Germano Almeida: O TESTAMENTO.
 Il rogramma 
 Ore 13.00 – Pranzo di convivio fra gli Amici di Soncent 
 – Introduzione del Presidente insieme al Direttivo sul primo anniversario della stessa e resoconto di quanto è stato fatto. 
 – Proiezione de O Testamento 
– Gara di uril e bisca.  
– Musica
– Chiusura evento ore 21.00

14/12/16

HUMBERTONA, "a cavallo" di un asino

A Capo Verde, molti anni fa c'era una tradizione che ora è andata persa nel tempo... una tradizione straordinaria che con il passare degli anni ha lasciato nella mia mente un "sapore" d'altri tempi, uno stampo indelebile che mi accompagnerà per tutti i miei viaggi futuri.
L'ho scoperto un'estate del 2001 a Lisbona conversando con Rosa, i miei fratelli Marisa, Helia ed Elton e mio padre... Sono rimasto, da allora, ingabbiato in quell'attimo di un passato che non si ripete più ma che è una piacevole macchia che non voglio togliermi di dosso... mai! Perché è segno dell'amore che la mia gente ha avuto e continua ad avere nei miei confronti, nei confronti di uno dei suoi figli che, un giorno, ha dovuto indossare gli stivali delle sette leghe e come un Petit Poucet ha dovuto incamminarsi per il mondo alla ricerca di una sopravvivenza propria e della propria gente.

Ma qual'è questa straordinaria tradizione che il popolo capoverdiano coltivava almeno fino agli anni ottanta?
Viviamo di musica, anche se il 10% non è musicista e ad essa si ricollega la tradizione di legare una canzone a tutte quelle persone che prendevano le valigie e si mettevano in viaggio.
Rosa mi ha raccontato che, quando montai su di un asino che mi avrebbe portato da Monte Trigo a Porto Novo e da qui a Sao Vicente, prima e Lisbona e Roma dopo, che la mia gente ha chiesto per me la rapsodia GRITO DE DOR del musicista HUMBERTONA. Così la radio che si occupava di migrazione e migranti e che tutti ascoltavano, perché tutti i capoverdiani sono legati, in un modo o nell'altro, al fenomeno della migrazione, trasmise questa canzone con gli auguri di buon viaggio da parte di tutta la mia gente.
Era il 1979, marzo, forse... e quasi quarant'anni dopo questo episodio è capace di farmi versare delle lacrime, cosa che non mi successe allora avvolto nella mia incoscienza di bambino.

questa è la musica della mia vita
A distanza di quarant'anni vorrei dire GRAZIE A TUTTA LA MIA GENTE, per essere stata presente sempre al mio fianco con questa canzone, nei momenti brutti quanto in quelli belli... se oggi sono qui e sono quello che sono lo debbo anche a voi alla mia amata gente capoverdiana... E in queste ultime righe mi sono fermato un istante e, non ho vergogna a dirlo, ho versato qualche lacrima.

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE
J. Canifa Alves, l'On.le M. Monteiro, l'On.le Frias, l'On.le Sousa, rappresentante Caritas F. Pittau

Un libro può salvare la vita

  • edgar allan poe - racconti
  • Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine
  • Isabel Allende - il piano infinito
  • Luis Romano - famintos
  • Michael Ende - la storia infinita

MONDO MIGRANTE

Los Angeles – Charlize Theron è diventata cittadina americana. Ad annunciarlo la stessa attrice durante il David Letterman Show: “ho sempre desiderato essere cittadina americana, ma loro non volevano accettarmi… Ho dovuto studiare. Inoltre era difficile non pensare a qualche trucco all’esame, come quando a me, di madrelingua inglese e sudafricana, è stato dato un foglio e mi è stato chiesto di scrivere correttamente la frase: è una giornata di sole”.

Un premio Oscar all’ umorismo americano… ma si diamo loro anche un “Tapiro d’oro”.

Le rivoluzioni non necessariamente rappresentano delle soluzioni... sicuramente ti danno linfa vitale!

RAIZ-LONGE

RAIZ-LONGE
dietro: Benny Hopffer Almada, Giovanni Mone, Alfredo Pierantozzi; al centro: Marta Poretti, Viviana Alves, Jorge Canifa Alves, Cateline Hopffer Almada, Lorena Salvatori, Walter do Rosario; in basso: Hamdi Dahir, Linda Evora, Aderico Brito.