LA CASA DI ACQUA
Sto per andare lontano, lontano
spero di avere un bel giorno ovunque.
Sto correndo lontano, lontano
spero di avere una bella notte comunque.
(Canto della tribù Papago)
L'ultima barca è andata a fracassarsi contro le scogliere scure, in riva al mare, in un mattino che si confonde nel tempo. In essa avevo riposto gli ultimi miei sogni fanciulleschi e avevo sperato di vederla sparire oltre l'orizzonte, ed invece le onde...
Si gettavano l'una sull'altra parole che sapevano di rivoluzione, ma nessuna... Nessuno aveva, però, il coraggio, la forza e l'organizzazione per passare dalle parole ai fatti.
– Allora prenderò io la situazione in mano.
Lo sguardo di mia madre lasciava mio padre e si posava terribile sul mio volto perso.
– Non voglio ripetertelo un'altra volta: basta giocare con queste stupide barchette di legno. Hai già otto anni e sarebbe tempo che tu cominciassi a dare una mano in casa e a badare ai tuoi fratelli più piccoli. MI SONO SPIEGATA?
Delle decine di barche che avevo me ne restava, ora, solo una che era sfuggita all'ira di mia madre perché sepolta sotto la sabbia.
Avevo pianto nel vedere le fiamme divorare i miei sogni. Ma ancora di più avevo sofferto nel vedere gli ultimi miei sogni naufragare prima ancora di prendere il largo.
(...) continua su ------>Babel
La Casa di Acqua si trova nell'antologia Racconti in Altalena
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