E se Obama fosse africano?
di Mia Couto (scrittore mozambicano)
traduzione di Anna Fresu
di Mia Couto (scrittore mozambicano)
traduzione di Anna Fresu
Articolo pubblicato sul settimanale “Savana”, il 14 novembre 2008
Gli africani si sono esaltati per la vittoria di Obama. Io sono stato uno di loro. Dopo una notte in bianco,
nell’irrealtà della penombra dell’alba, mi scorrevano le lacrime quando lui ha pronunciato il discorso da
vincitore. In quel momento, anch’io ero un vincitore. La stessa felicità mi aveva attraversato quando Nelson
Mandela era stato liberato e il nuovo statista sudafricano intraprendeva un cammino di dignificazione
dell’Africa.
Nella notte del 5 novembre, il nuovo presidente nordamericano non era soltanto un uomo che parlava. Era
la voce soffocata della speranza che si rialzava, liberata, dentro di noi. Il mio cuore aveva votato, anche
senza permesso: abituato a chiedere poco, io festeggiavo una vittoria smisurata. Uscendo per strada, la mia
città si era trasferita a Chicago, neri e bianchi respirando, nella comunione di una stessa sorpresa felice.
Perché la vittoria di Obama non è stata quella di una razza sull’altra: senza la partecipazione massiccia degli
americani di tutte le razze (inclusa quella di maggioranza bianca) gli Stati Uniti d’America non ci avrebbero
dato motivo per festeggiare... continua su------> clicca qui <------
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