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24/03/09

L’ALTRO GUSTO

Kebab: il successo della “carne arrostita” verticalmente

Ecco, partiamo dalla fine, dalla parte esterna e procediamo poi verso l’interno della questione. Una questione di gola, certo!, ma di cui vale la pena parlare sempre perché è il cibo che in qualche modo unisce e contemporaneamente divide tutti gli esseri umani. Unisce, ad esempio nel modo di procacciarselo, unisce nel tempo dedicato alla preparazione del pasto… ma divide anche dai condimenti alla maniera di cuocere, preparare ciò che poi andrà a deliziare il nostro palato. C’è anche da dire che la necessità di “doversi nutrire” è causa non solo di grandi discussioni ma di grandi conflitti mondiali… meditiamo, assaporando il discorso! Ci guardiamo negli occhi io, Gabriele Malerba e Imane Barmaki e scoppiamo a ridere davanti a quest’ultimo pensiero che uscendo contemporaneamente dalle nostre bocche ci unisce nella nostra diversità nazionale. Io capoverdiano, Gabriele italiano, Imane marocchina… tre amici… ci ritroviamo in una pausa lavoro ad addentare il rispettivo panino di plastica da fast food. Non sappiamo cosa stiamo ingoiando però ci piacerebbe mangiare altro in quel preciso istante. A me ad esempio non dispiacerebbe un buon piatto di cachupa di carne. Gabriele non sa di cosa io stai parlando, in ogni caso un buon piatto di bucatini all’amatriciana ci starebbe tutto. Imane sogna a voce alta “A quest’ora un kebab sarebbe il massimo” e forse sogna di addentarlo perché sorride mentre l’odore invisibile ha invaso le nostre menti e ci porta dentro l’argomento “kebab”, il cilindro dal magico sapore che cuoce lentamente dall’esterno verso l’interno in uno spiedo verticale.
“In questo modo i grassi che si sciolgono e i condimenti tendono a scivolare lungo il cilindro donando sapore e gusto a tutta la carne”, grazie Imane! Certo può essere servita anche al piatto, ma la nostra amica preferisce il panino dove può aggiungere tutte le verdure che vuole e le salse piccanti e… e sì, anche le patatine fritte! Il nostro ragionare si ferma ancora su di un punto comune: la rapida e straordinaria diffusione di questo alimento nel “nostro” paese, l’Italia. In meno di cinque anni il Kebab è entrato nella vita quotidiana degli italiani offrendo una valida alternativa al panino prosciutto e mozzarella, alla pizza, cioè al pasto veloce, al pasto consumato in piedi, camminando, correndo al lavoro. Ecco, sì il suo successo è dato da questo: praticità di consumo, gusto ma bisogna dire che la pietanza ha preso piede anche grazie alla sua economicità… con meno di cinque euro hai un pasto completo, carne (che può essere di montone, agnello, manzo, vitella, pollo, tacchino, maiale o miscele di queste e… di pesce) e verdure. Economico, certo sostiene Imane, ma: “In Marocco, non esiste che ti fermi al primo prezzo! Anche nel caso del kebab si contrattare”.
Ottimo suggerimento, in questi tempi di crisi, per poter consumare a poco uno delle pietanze più semplici e saporite del bacino mediterraneo, il kebab (anche indicato come kabab, kebap, shawerma, shawarma, gyros...).
Tagliando il discorso, lentamente, dall’esterno verso l’interno siamo arrivati alla fine di queste righe e qui mi fermo e vi auguro
BUON APPETITO!!!

16/03/09

CHIQUINHO

CHIQUINHO

Dalle isole di Capo Verde, «dieci puntini gettati a caso in mezzo all’Atlantico», ci arriva la storia del giovane Chiquinho. È lui stesso a raccontare la sua vita: l’infanzia, dominata dal mondo degli affetti e popolata di storie di fantasmi, sirene, eroi e cavalieri; l’adolescenza, con le amicizie, i primi amori e la nascita di una coscienza civile; la maturità e il difficile momento della scelta: rimanere nella propria terra e lottare per essa o imbarcarsi, come tanti conterranei, su una nave con la prua rivolta alle Americhe.
Immerso nella morabeza, quello speciale tratto di affabilità che distingue i capoverdiani, e accompagnato dalla musica struggente della morna, il romanzo ci introduce in un mondo sempre in bilico fra terra e mare, dove chi resta è forte quanto chi parte e porterà sempre con sé la nostalgia del suo paese.


da http://www.edizionilavoro.it/home/main.php?section=1&id_book=415

06/03/09

RAIZ LONGE

OUTSIDERSOUTSIDERS


6/7/8/9
GIUGNO

biglietti già acquistabili presso

Teatro dell'ANGELO
via Simone de Saint Bon 19
(metro Ottaviano)
ROMA

OUTSIDERSOUTSIDERS

Spettacolo teatrale scritto, diretto e interpretato da giovani under 30, giovani capoverdiani di “seconda generazione”, i figli di immigrati nati in Italia o che sono giunti nel nostro paese in età prescolare, con loro anche alcuni giovani italiani che condividono con loro le difficoltà di questa società e la passione per il teatro. Alla difficoltà del vivere l’età adolescenziale, dove tutto è fonte di grande emozione e caos sentimentale, spesso si aggiunge una profonda difficoltà di integrazione culturale ed aspettative familiari che troppo spesso rappresentano il frutto di un stato di emarginazione ed un forte senso di rivalsa nei confronti della popolazione ospite. Questa è la nuova realtà italiana, dove il nuovo multiculturalismo nasconde ancora scenari di forte lontananza culturale.

OUTSIDERS
Scritto da Jessica Costa Moreno e Francesco Talarico
regia Walter do Rosario
interpreti: Linda Evora; Oriana Sena; Corrado Ruffini; Dario di Teodoro; Jennifer Monteiro; Benny Hopffer Almada; Cateline Hopffer Almada.

OUTSIDERS è un progetto di Tabanka onlus finanziato dall'Unione Europea Gioventù in Azione, e vede il patrocinio dell'Ambasciata del Capo Verde in Roma.

OUTSIDERSOUTSIDERS

16/02/09

ALLARME STUPRI

ALLARME STUPRI

Lo stupro è il delitto più grave di cui si possa macchiare l’uomo
, dopo l’omicidio. E’ un atto vile che non trova alcuna giustificazione. E’ un atto crudele, che pugnala l’animo di chi subisce la violenza e rende uomo di poca cosa, uomo da niente chi si macchia di tale onta.
Purtroppo viviamo in una società dove regna una mentalità maschile e meschina dove la donna viene discriminata sotto ogni punto di vista. Una discriminazione silente e latente che costringe la donna a subire le angherie del maschio (e nel caso di stupro, possiamo parlare di angherie da parte di mezzo-uomini, incapaci di relazionarsi con l’altro sesso se non in modo violento), una discriminazione che non permette piena libertà alla donna, libertà anche solo di passare per certi posti, certe vie senza l’incubo di essere violentate!
E’ una società di mezzo-uomini, di grandi depressi sessuali, di bestie che non sanno usare il cervello ma capaci solo, come vegetali, di allungare una parte del corpo per ferire il corpo e l’anima chi si inconsapevolmente si trova a incontrarli sul loro percorso.
E’ questa una situazione che dovrebbe portare il governo a riflettere e a cercare soluzioni per prevenire tali defezioni della bestia… sì perché non ha “umanità” chi violenta una donna, una bambina, un bambino! E non merita una benché minima considerazione da parte mia.
I numeri dicono che un milione e 400 mila donne italiane hanno subito violenza fisica e sessuale prima dei sedici anni. Sono numeri reali, ma sono solo quelli denunciati... calcoliamo, aggiungiamoci tutti quei casi di violenza e stupro domestico dove la donna non ha il coraggio di denunciare il fattaccio, vuoi per minacce del coniuge, vuoi per un timore della donna di perdere tutto, macchiarsi di vergogna davanti ai figli e alla società (quella stessa società che la discrimina e la rende soggetta a tali atti di violenza); aggiungiamoci tutti quei casi di stupri e violenze su innocenti creature perpetrate da quei “turisti” che sapendosi punibili in casa propria, addirittura, viaggiano alla ricerca di sesso facile in quei paesi dove la miseria lo rende “benefattore di pochi spiccioli” agli occhi di persone che hanno perso tutto, ma non davanti ai miei occhi… anche in questo caso è “violenza” è stupro, è vigliaccheria, è non avere rispetto degli altri, è non avere “umanità”.
Ma torniamo in Italia dove si parla di questi mostri, di questi esseri non umani, solo quando la violenza è commessa da uno straniero su di una italiana… solo in questo caso lo stupro fa notizia!
C’è da dire che questo è solo la punta di un iceberg. Le violenze sessuali compiute da “stranieri” sono solo la minoranza: 6% (dati istat); eppure sono i più eclatanti, questo a causa di una cattiva comunicazione da parte della stampa che grida al mostro davanti allo straniero e cela sotto il velo dell’oblio tutti gli altri casi di violenza sessuale fatta dagli italiani stessi, nascondendo così la parte restante dell’iceberg che parla di violenza domestica… infatti, sempre secondo l’Istat, la maggior parte degli stupri è commessa da un conoscente (il 17%) o peggio dal partner (il 70% di tutti quelli commessi).
Alla luce di questi dati il governo dovrebbe intervenire trovando soluzioni preventive, nelle scuole, con campagne informative… spendere di più per creare l’uomo di domani invece di lasciarlo alla deriva, ai confini dell’ignoranza! Non trovando e non mettendo, così, in atto queste soluzioni preventive, ma ricorrendo alla violenza e appoggiando e favorendo le ronde di cittadini privati, lo Stato dimostra di essere debole, o di non esserci, incapace di tutelare tutti i suoi cittadini!

11/02/09

Il V Rapporto

Osservatorio Romano sulle Migrazioni
Quinto Rapporto
Romano Observatorul privind migraţia
رومانو مرصد للهجرة

In questo V Rapporto mi sono occupato degli artisti che "scrivono" nella capitale... ne ho trovati molti, ma sono convinto che ce ne sono molti altri... quello che segue è un breve assaggio di quello che ho scritto... per il resto e per la biografia di ciascun autore contattate direttamente la loro sede o chiamate il numero tel. 06.69886417


In quegli anni anche la capitale inizia a scoprire i nuovi scrittori migranti, italofoni o postcoloniali.
În timpul acestor ani, inclusiv de capital începe să descopere noi scriitori migranţilor, italiană, sau post-coloniale.
خلال تلك السنوات ، بما في ذلك العاصمة لاكتشاف الجديد ويبدأ الكتاب المهاجرين ، الإيطالية ، أو ما بعد الاستعمار.
Il discorso inizia con il gruppo italoafricano di Scritti d’Africa, che nasce per promuovere quella letteratura prodotta da “altri” che gli italiani ignorano: quella africana. Intorno al gruppo, formato da intellettuali italiani, contornato appena da poeti africani che da tempo vivevano nella capitale: Justin Wandja, Ndjock Ngana, Ribka Sibhatu, Chidi Uzoma. Ben presto iniziano a girare, intorno al gruppo, alcuni giovani autori: Crisitina Ali Farah, Jorge Canifa, Amara Lakous; giovani delle seconde generazioni desiderosi sia di scoprire se stessi che quella letteratura “extraitaliana” che le scuole della penisola hanno sempre precluso loro; e capaci a loro volta di dare delle risposte narrative prima che poetiche a quella comune esigenza di andare oltre il concetto pregiudiziale che vede il migrante schiavo del lavoro e legato alla criminalità.
In questi ultimi anni l’interesse per la letteratura prodotta da questi scrittori è cresciuta esponenzialmente, portando alla formazione di altri gruppi di scrittura “altra” capaci anche di andare oltre i confini continentali e portando migranti africani, asiatici, latinoamericani, europei a unire le loro scritture per dare voce a opere corali. E’ questo il caso ad esempio del gruppo Poeti di Portico 47 partoriti da quell’Apollo 11 madre de l’Orchestra di Piazza Vittorio. Questo gruppo porta, da diversi anni, in scena opere poetiche e teatrali progettati, elaborati, scritti e recitati insieme, avendo come elemento in comune la sola lingua italiana e la passione per l’arte poetica.

25/01/09

letteratura

Libreria Fanucci
venerdì 30 Gennaio, ore 19
Aperitivo interculturale con...

gli scrittori: Igiaba Scego e Jorge Canifa Alves

e la drammaturga: Jessica Costa Moreno

Torniamo a confrontarci con il sempre più attuale tema dell'intercultura... lo leggeremo tra le pagine di due autori di seconda generazione e lo ascolteremo nei brani di una piece teatrale della drammaturga capoverdiana.

attualità letteratura teatro culture dal mondo

vi aspettano


libreria fanucci
Piazza Madama, 8
00186 Roma
tel. 06 68 611 41
email: info@libreriafanucci.it

20/01/09

The Inauguration Day

Di Jorge Canifa Alves

Il fiore nero della speranza


Ho fatto un sogno, Martin!
Nel momento in cui tutto crollava:
dalle illusioni, ai grattacieli
dalle banche, agli ideali
e si aprivano voragini di guerre infami
e occhi di bambini piangevano ovunque
HO VISTO UN FIORE NERO
TRIONFARE TRA LE MACERIE…

Quel sogno è anche mio, Amilcar!
Quel fiore è anche mio, fratello!
Quel fiore è il sogno del mondo intero!
In quel fiore riponiamo la speranza
Che ci sia luce anche nella notte buia
Che ci sia vita anche nella morte eterna
Che ci sia un “Yes, We Can” dentro l’impossibile!

Ho fatto un sogno, Martin!
Ho fatto un sogno, Amilcar!

E straordinario è apparso Sirio,
la stella del Nuovo Giorno
nel momento in cui aperti gli occhi
ci ha mostrato quel nero fiore che già
profuma di storia e di realtà.

The black flower of hope

I had a dream, Martin!
When everything collapsed
illusion, skyscrapers
banks and ideals
and opened chasms of infamous wars
and eyes of children crying everywhere
I HAVE SEEN A BLACK FLOWER
TRIUMPHED OVER DESTRUCTION ...

That is my dream, Amilcar!
This flower is also my brother!
That flower is the dream of the whole world!
that the flower where we put the hope
that there is light even in the dark night
that there is life even in death eternal
that there is a "Yes, We can" into the impossible!

I had a dream, Martin!
I had a dream, Amilcar!

And overtime has appeared Sirius,
the star of the New Day
when they open our eyes
showed us that black flower
that already smells of history and reality.

黑花的希望
做了一个梦,马丁!错觉当一切崩溃,银行和摩天大楼的理想和开放裂隙的臭名昭著的战争和儿童眼睛哭我到处都看到了黑花战胜了破坏...这是我的梦想,阿米尔卡!这花也是我的兄弟!这花是梦想整个世界!的花,我们把希望有光线,即使在漆黑的夜里,有生命,即使在死亡永恒的,有一个“是,我们可以“到不可能,我做了一个梦,马丁!我有一个梦想,阿米尔卡!和加班费天狼星出现,天星的新的一天当他们打开我们的眼睛我们表明,黑花已经气味的历史和现实。

السوداء زهرة الأمل كان لدي حلم ، مارتن! عندما انهار كل شيء من الوهم ، والمباني العالية من قبل البنوك ، والمثل العليا ، وفتح هوة الشائن من الحروب وعيون الأطفال يبكون في كل مكان رأيت السوداء زهرة انتصار تدمير... وهذا هو حلمي ، اميلكار! هذه الزهور أيضا أخي! زهرة وهذا هو حلم العالم بأسره! وهذا وضع الزهور على أمل أن هناك ضوء في الظلام ، حتى أن هناك ليلا وحتى في الحياة الأبدية وفاة تشي ثمة نعم يمكننا في المستحيل! كان لدي حلم ، مارتن! كان لدي حلم ، والعمل الإضافي اميلكار ظهر سيريوس ، وكان نجم اليوم الجديد عندما نفتح أعيننا تظهر لنا أن زهرة سوداء التي سبق أن رائحة التاريخ والواقع.

Negru floare de speranţă
am avut un vis, Martin! Când totul sa prăbuşit de la iluzie, de mare creştere clădiri de către bănci, a idealurilor şi a deschis chasms infamantul de războaie şi ochii de copii plâns peste tot am văzut negru floarea de triumful distrugerea... Acesta este visul meu, Amilcar! Aceasta floare este, de asemenea, fratele meu! Asta floare este visul din întreaga lume! Asta floare pune în speranţa că nu există lumină, chiar şi în întuneric de noapte că nu există viaţă, chiar şi în moarte veşnică Che există o "Da, putem" în imposibil! Am avut un vis, Martin! Am avut un vis, ore suplimentare Amilcar Şi a apărut Sirius, steaua a noua zi, atunci când au deschis ochii noştri ne-a arătat că negru floare care miroase deja de istorie si de realitate.

17/01/09

GAZA

Una striscia di sangue che segna la vergogna degli esseri umani!
Chi ha ragione? Chi ha torto?
Penso solo a quelle anime innocenti, quegli occhi di quei bimbi che non vedono un futuro perchè alcuni coglioni chiamati Esseri Umani Adulti si divertono a tappare loro gli occhi, a negare loro un futuro, a stritolare nel terrore i loro sogni, la loro voglia di crescere e di sorridere.
Violenza. violenza... sempre pronti ad alzare la voce, mai l'intelligenza di soffermarsi sui propri passi e dire: "cosa sto facendo?"... e questa sarebbe la specie evoluta, la specie intelligente superiore a tutte le altre speci viventi? Scusate se ho i miei dubbi su questo? Nessun essere vivente si aacanisce con tanta violenza e cattiveria contro esseri innocenti, bambini, che non sanno neppure perchè quegli idioti, quei coglioni, quegli E.U.A. si cimentano in questo crudele gioco al massacro...
Nessuna giustificazione per i signori della guerra... sono da condannare e basta, alla stessa stregua dei pedofili (allo stesso modo distruggono l'anima di un bambino... per sempre!!!!!), alla stessa stregua di tutti i criminali!!!!

10/01/09

Sguardo Capoverdiano su Garbatella


UNO SGUARDO CAPOVERDIANO SULLA GARBATELLA

di Francesca Vitalini


Intervista a Jorge Canifa Alves, scrittore africano, che ha reso protagonista il quartiere romano in un suo racconto di recente pubblicazione.


“ […] Garbatella…il mio primo vero amore! Per anni, per me, parlare di Garbatella era parlare di Roma…E’ il primo quartiere che ho scoperto quando, un quarto di secolo fa, sono arrivato nella Capitale…Venticinque anni e ancora per molti sono uno straniero…Per questo quartiere no!”.

Sono alcuni passaggi di “Itinerari”, un racconto del libro Lo sguardo dell’altro. Antologia di scritture migranti, edito recentemente da Mangrovie.

L’autore è Jorge Canifa Alves, scrittore nato nelle isole di Capo Verde nel 1972 ed arrivato a Roma piccolissimo, al seguito della mamma, alla fine degli anni ’70. Nel corso del tempo ha arricchito la sua passione letteraria con quella teatrale e politica, portando sulle scene rappresentazioni a carattere interculturale e divenendo vice presidente della Consulta per l’immigrazione nel quinto Municipio. Attualmente, è presidente di Tabanka onlus, un’associazione che si occupa di instaurare un dialogo culturale tra Italia e Capo Verde.

Il giornale lo ha intervistato, curioso di conoscerlo.

Perché la Garbatella è la protagonista di un tuo racconto?

Ho voluto renderle omaggio! E’il primo quartiere di Roma che ho conosciuto, qui ho abitato per diverso tempo una volta arrivato in Italia e mi è rimasto dentro il suo ricordo anche quando, mesi dopo, sono andato ad abitare in provincia di Roma.

Posso dire che nei miei ricordi di bambino la Garbatella e Roma sono un tutt’uno. Crescendo ho avuto modo di rivivere il rione, ma mai in profondità finché mi sono fidanzato con una ragazza del quartiere che mi ha aiutato a scoprirne le bellezze architettoniche e la ricchezza e la magia delle sue storie, un bagaglio formidabile - talvolta tramandato solo oralmente purtroppo - per chi, come me, lavora con la fantasia. E nel racconto mi è piaciuto parlare di alcuni personaggi che qui hanno vissuto o ci sono passati, proprio come ho fatto io.

Tra questi personaggi ci sono anche dei migranti

Trovo straordinario il parallelismo tra i vecchi abitanti del quartiere e i “nuovi” migranti, ossia quelli che giornalmente arrivano in Italia. Condividono le stesse esperienze: sono persone che hanno abbandonato qualcosa di caro o il paese di origine per andare a vivere in zone che non conoscono, spesso periferiche, prive di servizi e dove più facilmente esplodono problematiche sociali, con un unico obiettivo, migliorare la condizione di se stessi e degli altri. La popolazione di Garbatella è riuscita a costruire la Roma dei primi del ‘900, mi auguro che anche i nuovi migranti sappiamo far crescere la Roma di oggi.

Nel tuo racconto c’è anche un forte interesse per i personaggi femminili

Si, i personaggi femminili fanno parte della mio interesse letterario. Quando ho iniziato a scrivere ho trovato come modelli privilegiati mia madre e le mie sorelle ed un racconto incentrato su mia madre – La casa di acqua – ha vinto un premio al concorso sulla letteratura migrante EKS & TRA. Mi piace parlare della realtà femminile, quindi, perché sono vissuto in questa realtà.

Inoltre, nel racconto parlo di Beatrice Cenci, un personaggio che in varie forme mi ha accompagnato finora, affascinandomi.

Un tema trattato è il rapporto tra Garbatella e Capo Verde. Da cosa nasce questo parallelismo?

Ho voluto contrapporre la frenesia alla coltivazione dei rapporti umani. Penso che a Garbatella, differentemente da quanto capita negli altri quartieri di Roma, il tessuto sociale è molto vivo e non si ha difficoltà a fermarsi per strada per scambiarsi un “Buongiorno” o un “Come stai?” o a conoscere chi vive nel proprio palazzo.

Questo rapporto tra le persone lo ho vissuto tanto tempo fa a Capo Verde, dove è importante scambiare due chiacchiere con le persone.

Il racconto tratta anche altri temi che non vogliamo svelare, ma dove è possibile trovare l’antologia?

In alcune librerie e per una lista è possibile consultare il sito della casa editrice che è http://www.mangrovie.net/; nel quartiere, invece, si può trovarlo da Enzo, l’edicolante della Regione Lazio. Si può anche consultare il mio sito che è www.canifa.blogspot.com

07/01/09

Il sindaco di Roma da i numeri

I muri dei palazzi sono coperti da scritte, slogan che gridano: ! NUMERI DI ALEMANNO e a seguire, in evidenza ciò che rappresentano questi numeri, cosa vogliono dire questi numeri alla città, ai suoi cittadini... Beh, l'ultimo manifesto che ho visto sottolineava: "i numeri di alemanno: 6216 espulsioni nel 2008... Roma torna a vivere!!!!"

Oltre che dare i numeri, a quanto pare, il sindaco ricopre la città di scritte infamanti, ricopre di vergogna la città caput mundi (perchè in essa si incontra il mondo!), vela di razzismo la capitale italiana! Si prende in gloria e si loda il fatto che la città torna a vivere grazie alle espulsioni... una politica quinid ancora puntuale e pungente contro "gli altri", contro l'immigrato. Come se tutti i mali dipendessero da loro!!! La sicurezza della città dipende dalle espulsioni, sembra dire. Più espulsioni, uguale più sicurezza! Andateglielo a dire alla ragazza della Fiera di Roma violentata da ragazzi bene romani... andatelo a dire ai turisti olandesi seviziati mesi fa...

Caro sindaco di Roma, se vogliamo dare i numeri diamoli per bene... diamoli quando abbiamo risolto il problema del traffico che uccide la città, diamoli quando non si rischierà più di affogare in strada dopo una giornata di pioggia, diamoli quando 2300 laureati saranno stabilizzati con una paga pari ad almeno 1/10 del suo stipendio (di lei sig.r sindaco) e non costretti a lavorare il doppio di suo padre o di sua madre per portare a casa meno della metà dello stipendio del proprio genitore... diamoli solo allora, altrimenti si rischia di essere il rappresentante di se stessi e non di tutti i cittadini che anche stranieri lavorano e vivono onestamente in questa meravigliosa città danneggiata da certi manifesti ipocriti e razzisti!!!

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE

XXXIII° ANNIVERSARIO DALL'INDIPENDENZA DI CAPO VERDE
J. Canifa Alves, l'On.le M. Monteiro, l'On.le Frias, l'On.le Sousa, rappresentante Caritas F. Pittau

Un libro può salvare la vita

  • edgar allan poe - racconti
  • Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine
  • Isabel Allende - il piano infinito
  • Luis Romano - famintos
  • Michael Ende - la storia infinita

MONDO MIGRANTE

Los Angeles – Charlize Theron è diventata cittadina americana. Ad annunciarlo la stessa attrice durante il David Letterman Show: “ho sempre desiderato essere cittadina americana, ma loro non volevano accettarmi… Ho dovuto studiare. Inoltre era difficile non pensare a qualche trucco all’esame, come quando a me, di madrelingua inglese e sudafricana, è stato dato un foglio e mi è stato chiesto di scrivere correttamente la frase: è una giornata di sole”.

Un premio Oscar all’ umorismo americano… ma si diamo loro anche un “Tapiro d’oro”.

Le rivoluzioni non necessariamente rappresentano delle soluzioni... sicuramente ti danno linfa vitale!

RAIZ-LONGE

RAIZ-LONGE
dietro: Benny Hopffer Almada, Giovanni Mone, Alfredo Pierantozzi; al centro: Marta Poretti, Viviana Alves, Jorge Canifa Alves, Cateline Hopffer Almada, Lorena Salvatori, Walter do Rosario; in basso: Hamdi Dahir, Linda Evora, Aderico Brito.