IL FUTURO È TROPPO GRANDE
1. che cos'è?
IL FUTURO È TROPPO GRANDE è un
film documentario che racconta la storia di due ventenni cresciuti a Roma, Re e
Zhanxing, rispettivamente di origine filippina e cinese. Li abbiamo seguiti per
due anni durante i quali noi li abbiamo filmati e loro stessi si sono
autoraccontati - con due telecamerine che gli abbiamo messo a disposizione -
regalandoci le loro immagini e i loro pensieri.
2. un progetto culturale sui giovani italiani di seconda generazione, ma...
potete dirci qualcosa di più?
Il documentario nasce da una
riflessione sulle seconde generazioni dell’immigrazione in Italia, ma intende spingersi
oltre il dibattito giuridico e politico su cittadinanza e “ius soli”. L’idea è
quella di raccontare delle persone, delle storie di vita. La quotidianità dei
protagonisti rivela modalità espressive, punti di riferimento, inquietudini e aspirazioni
che i protagonisti condividono con i loro coetanei in possesso fin dalla
nascita della cittadinanza e, allo stesso tempo, gli aspetti della loro vita
che fanno riferimento più specificatamente alle culture di origine. Le
esperienze dei giovani di seconda generazione, per certi versi “normali”, sono allo
stesso tempo storie “nuove” che continuamente arricchiscono e mutano il
significato stesso dell’essere italiani. Ci permettono di comprendere meglio il
paese in cui viviamo, cogliendone anche la complessità: l’Italia non “ospita”
degli altri, ma “è già” altro, e diventa qualcos’altro continuamente.
3. quali temi tratta il documentario?
IL FUTURO È TROPPO GRANDE racconta
due ragazzi come tanti, alle prese con la scelta del percorso universitario,
l’incontro col mondo del lavoro, l’universo degli affetti, la famiglia e
l’amore, in quel periodo della vita che segna il passaggio dall’adolescenza
all’età adulta. Con tutta la complessità di sensazioni di quel particolare
momento. Ovviamente parla anche di integrazione e di diritti, di quest’Italia,
che è multiculturale, che sta cambiando ogni giorno che passa, ma che dal punto
di vista giuridico non cambia abbastanza velocemente. Osservando Re e Zhanxing
nel loro quotidiano si potrebbe dare per scontato che questi ragazzi abbiano la
cittadinanza italiana, ma scontato non lo è affatto.
4. da cosa nasce questa idea?
Da tempo stavamo ragionando sul tema
delle seconde generazioni e cercavamo un’idea per fare insieme un lavoro
documentario. A un certo punto l’attualità, il dibattito pubblico sullo ius
soli, ci ha proposto nuovi stimoli confermando che la questione fosse più che
matura. Ma già avevamo fatto i conti personalmente, in vario modo, con il tema
delle migrazioni. Giusy in maniera più diretta, essendo siciliana ma avendo
vissuto a Bologna e a Roma, e provenendo da un paese (Sortino, in provincia di
Siracusa) che nel secolo scorso ha visto emigrare migliaia di persone, circa
duemila solo verso l’Australia. A questo ha dedicato il suo precedente
documentario Sortino Social Club. Storie
di una comunità siciliana emigrata in Australia (http://sortinosocialclub.wordpress.com),
in cui raccontava, tra Sortino e Melbourne, la storia di una parte della sua
famiglia emigrata negli anni '50. Oggi in Australia gli italiani sono molto
rispettati, hanno contribuito a far crescere quella nazione, ma all’inizio per
loro non è stato facile, mentre le seconde e terze generazioni, che pure conservano
un legame affettivo e culturale molto forte con l’Italia, si sentono prima di
tutto australiane. Per Michele sono stati soprattutto i percorsi della
militanza politica e culturale, nel corso degli anni, a portarlo a confrontarsi
con i migranti: dalla frequentazione degli edifici abbandonati occupati da
cittadini stranieri, come la Pantanella e Hotel Africa a Roma, ai rapporti con
la diaspora africana intercorsi attorno all’organizzazione del Festad’Africa Festival,
dedicato al teatro e alle culture africane. Negli ultimi anni ha stretto un
forte legame con il Sud interno e l’Irpinia in particolare, terra di storiche
migrazioni e oggi sottoposta a un nuovo processo di spopolamento, in cui ha
realizzato lavori video e partecipato all’organizzazione di diversi eventi
culturali. In queste occasioni ha avuto occasione di conoscere e collaborare
con molti giovani che vivono l’esperienza delle migrazioni interne, in una
dimensione che resta sospesa tra i luoghi di provenienza e quelli di approdo,
nel movimento continuo tra fuga e ritorno. Poi, per entrambi, l’incontro con i
protagonisti Re Salvador e Zhanxing Xu ha fatto scattare la molla definitiva e
ci siamo messi al lavoro.
5. i protagonisti chi sono?
Re è nato in Italia da una
famiglia filippina, vive con i genitori e la sorella, è fidanzato, frequenta
l’università e lavora, spera di trovare nell’arte la propria realizzazione. Zhanxing
è nata in Cina ed ha raggiunto l’Italia all’età di dieci anni, è laureata, vive
sola, è in cerca di una chiara definizione di sé e nel film prova a trovarla
viaggiando lontano, verso le proprie origini. Sono due giovani che stanno
diventando adulti immaginando di far coincidere il futuro con i propri sogni.
6. perché avete scelto proprio loro?
È difficile dirlo, tra regista e
“personaggi” scatta una sorta di innamoramento. Tra i tanti ragazzi di seconda
generazione che abbiamo conosciuto, Re e Zhanxing in particolare ci hanno
colpito per ragioni diverse, ma sicuramente ci sono piaciuti subito. La scelta
di raccontarli in parallelo è nata dai rispettivi temperamenti ed esperienze di
vita, così diversi tra loro ma altrettanto interessanti e in qualche modo complementari.
Ognuno di loro porta al film un particolare punto di vista e un complesso di
esperienze e di riflessioni. E anche una diversa estetica: i materiali filmati
da loro hanno qualità formali che rispecchiano le loro differenti personalità.
7. come si fondono tutti questi materiali, la vostra telecamera e le
immagini girate dai protagonisti?
Ne esce fuori un film corale, nel
quale si colgono le differenze di stile ma non una gerarchia fra i punti di
vista. Tutto contribuisce al racconto del reale, e questo ci pare sia un
elemento di contemporaneità del lavoro che stiamo per presentare.
8. come è possibile sostenere questo progetto?
In attesa che si ricominci a dare
il giusto spazio alla cultura e a finanziarla, il crowdfunding sta permettendo
a tanti progetti interessanti di venire alla luce. Grazie alla “produzione dal
basso” tutti hanno la possibilità di sostenere tematiche e soggetti che non trovano
sponda nei media “mainstream”. Nel nostro caso si può contribuire con un minimo
di 10 euro, per consentire di completare le lavorazioni di post-produzione. Chi
ci aiuta sarà citato nei titoli di coda e riceverà una copia del dvd del film.
Tutte le informazioni su: http://www.produzionidalbasso.com/pdb_2706.html.
A questa campagna sul web si affiancano alcuni eventi di finanziamento dal
vivo. Dobbiamo già ringraziare molte persone, a cominciare da quei soggetti che
hanno creduto nel nostro progetto indipendente e ci hanno sostenuti, come il
Centro Produzione Audiovisivi dell’Università Roma Tre, che ha contribuito con
mezzi tecnici e con buoni consigli, e il nostro media partner Cineama, che
svolge un ruolo importante nella promozione del film.
9. fatevi una domanda e datevi una risposta.
In questi giorni ci chiediamo se
riusciremo a raggiungere la somma necessaria a finire il film. La campagna web sulla
piattaforma di Produzioni dal Basso sta andando molto bene però non basta, altri
eventi dovranno seguire. Ma noi crediamo che ce la faremo, perché abbiamo
trovato molta sensibilità nei confronti del nostro progetto e dell’approccio con
cui abbiamo affrontato la tematica. Ce la faremo con l’aiuto di ognuno di voi…
Giusy: autrice e regista, con una grande passione per il
cinema del reale, altrimenti detto documentario. Se volete saperne di più
andate su www.giusybuccheri.com
Michele: sono arrivato al videoattivismo e alla regia di
documentari dopo esperienze nel giornalismo e nella comunicazione. Per vedere
qualche materiale andate su http://vimeo.com/michelecitoni e su Youtube.
L’intervista si può leggere anche su CINEAMAZINE. Cineama ha realizzato il sito www.ilfuturoetroppogrande e sostiene la promozione del film
documentario “Il futuro è troppo grande”.
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