La spazzatura che ingombrava da mesi il lungo viale alberato e il perimetro del campo di calcetto del centro di prima accoglienza (C.P.A.) Eta Beta di Roma, ha appena esalato l'ultimo respiro e...
gli spinosi cardi... hanno abbassato le teste in segno di dovuto rispetto... mentre il sole se la ride di cuore sfidando un pallone arancione: trofeo meritato per una mattinata in cui quaranta minori bengalesi hanno restituito splendore ad un quartiere a suon di pale e scope.
E' l'inizio... è l'inizio di un momento prima di un torneo di calcio che i ragazzi sognavano da tempo che li ha visti prepararsi con impegno... per loro la sfida è importante ma lo è anche dimostrare al quartiere che ci tengono ad impegnarsi per l'ambiente dove vivono... pulire la strada piena di spazzatura prima di scendere in campo dove si affronteranno tra di loro, sfideranno i ragazzi del quartiere con i quali in passato hanno avuto screzi, ma soprattutto si confronteranno con gli operatori del centro dove risiedono. La sfida più importante sarà questa, dove avranno la possibilità di una piccola rivincita morale contro i quali ogni giorno, in qualche modo, devono rendicontare qualcosa: dal cibo, ai documenti, alle uscite e rientri! E' un po' un nano che sfida un gigante... timore reverenziale... comunque la ricerca di un riscatto. L'entusiasmo è alle stelle e l'impegno è tanto... qualche momento di tensione ma... sta nel gioco... ci tengono tanto e non vogliono far brutta figura.
E' bello! Bello davvero vedere i giovani del quartiere accettare volentieri la sfida e con una certa umiltà sono disposti anche a mettersi da parte per lasciar giocare i ragazzi del centro... è bello, bello vedere anche altri ragazzi, oramai fuori dal centro perché maggiorenni, ritornare a nuotare nello stesso stagno che ora non appartiene più loro.
E' bello vedere come i giovani riescano a superare le loro angustie quotidiane, le loro ansie e timori di tutele non giunte, di maggior età alle porte insieme all'incertezza del domani e a trovare quel che è quasi serenità nel mezzo di una tempesta.
E' bello, infine, vederli gioire, stringendo una coppa in mano rincorrendosi al tintinnio delle loro medaglie appese al collo... può sembrare poco... ma non per chi ha abbandonato le certezze della vita, gli amici, il proprio paese, la famiglia in cambio di un grande, ben visibile "punto interrogativo".
E' bello vedere come i giovani riescano a superare le loro angustie quotidiane, le loro ansie e timori di tutele non giunte, di maggior età alle porte insieme all'incertezza del domani e a trovare quel che è quasi serenità nel mezzo di una tempesta.
E' bello, infine, vederli gioire, stringendo una coppa in mano rincorrendosi al tintinnio delle loro medaglie appese al collo... può sembrare poco... ma non per chi ha abbandonato le certezze della vita, gli amici, il proprio paese, la famiglia in cambio di un grande, ben visibile "punto interrogativo".
(Foto di Alice Dente)
articolo preso da Italiani+ http://www.italianipiu.it/index.php/selva-jo/440-il-pallone-che-unisce
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