SABATO ECOLOGICO
MOMENTI VERDI
(di Bernardo Mazzeranghi)
Un materasso matrimoniale si gioca il
titolo di rifiuto più ingombrante con il paraurti di un’auto. Non è facile
stabilire quale sia il più grande, ma fanno parte entrambi di una lunga serie
di rifiuti abbandonati lungo via Sant’Alessio in Aspromonte, a Borgata
Finocchio, che il Centro di Pronta Accoglienza (CPA) Eta Beta per minori
stranieri non accompagnati, insieme all’AMA, ha raccolto sabato 15 giugno
durante il “Sabato Ecologico” organizzato dalla Cooperativa Sociale Eta Beta.
Sono almeno 40 i ragazzi del centro che dedicano la loro mattinata alla pulizia
della strada che ogni giorno li conduce al Centro. Una strada priva di
illuminazione e di secchi per la differenziata e che quotidianamente si riempie
di rifiuti scaricati abusivamente. Il degrado è inquietante e l’idea di
ripulire la via da quella montagna di spazzatura fiaccherebbe l’entusiasmo del
più accanito ecologista. Non è così per questo bel gruppone di minori, tutti
provenienti dal Bangladesh che tra sorrisi e battute, si impegna con abnegazione
nell’opera improba. Guanti, sacchi di plastica, mascherine e tanti cellulari
che suonano le note della musica bengalese. Qualcuno canta, altri accennano un
ballo. Il fermento stimola la curiosità nel quartiere e pian piano qualcuno si
avvicina timidamente. Una famiglia è già sconfortata perché sa che da domani
reinizieranno a scaricare mondezza e la strada si riempirà nuovamente e
velocemente. Altre persone si congratulano per l’iniziativa e sfogano la
propria frustrazione data dal dover convivere con così tanto degrado. Dopo più
di tre ore di intenso lavoro la strada è praticamente irriconoscibile. L’erba è
stata tagliata e i rifiuti rimossi, non ci sono più copertoni, porte,
calcinacci e via dicendo. E’ finalmente giunto il momento di rilassarsi e di dedicarsi
alla festa vera e propria. E allora con un paio di ombrelloni e delle coperte
buttate nel campo di calcio del quartiere si inizia a mangiare e chiacchierare
sotto un sole sempre più rovente. Ci rifocilliamo tutti, educatori e minori,
cercando di ritrovare tutte le energie necessarie per il secondo evento della
giornata, il Primo Torneo di Calcio Eta Beta.
MOMENTO SFERICO
(di Jorge Canifa)
La spazzatura che ingombrava da mesi
il lungo viale alberato e il perimetro del campo di calcetto del centro Eta Beta,
ha appena esalato l'ultimo respiro e gli spinosi cardi... abbassate le teste in
segno di dovuto rispetto... mentre il sole se la ride di cuore sfidando un
pallone arancione: trofeo meritato per una mattinata in cui quaranta minori
bengalesi hanno restituito splendore ad un quartiere a suon di pale e scope.
E' l'inizio di un torneo di calcio
che i ragazzi sognavano da tempo che li ha visti prepararsi con impegno... per
loro la sfida è importante, si affronteranno tra di loro, sfideranno i ragazzi
del quartiere con i quali in passato hanno avuto screzi, ma soprattutto si
confronteranno con gli operatori del centro dove essi risiedono: C.P.A. Eta
Beta. La sfida più importante sarà questa, dove avranno la possibilità di una
piccola rivincita morale contro i quali ogni giorno, in qualche modo, devono
rendicontare qualcosa: dal cibo, ai documenti... alle loro uscite e rientri! E'
un po' un nano che sfida un gigante... timore reverenziale... comunque la
ricerca di un riscatto.
L'entusiasmo è alle stelle e
l'impegno è tanto... qualche momento di tensione ma... ma sta nel gioco... ci
tengono tanto e non vogliono far brutta figura.
E' bello! Bello davvero vedere che i
giovani del quartiere accettino volentieri la sfida e con una certa umiltà sono
disposti anche a mettersi da parte per lasciar giocare i ragazzi del centro...
è bello, bello vedere anche altri ragazzi, oramai fuori dal centro perché
maggiorenni, ritornare a nuotare nello stesso stagno che ora non appartiene più
a loro. E' bello vedere come i giovani riescano a superare le loro angustie
quotidiane, le loro ansie e timori di tutele non giunte, di maggior età alle
porte insieme all'incertezza del domani e a trovare quel che è quasi serenità
nel mezzo di una tempesta.
E' bello, infine, vederli gioire, stringendo una coppa in
mano rincorrendosi al tintinnio delle loro medaglie appese al collo... può sembrare
poco... ma non per chi ha abbandonato le certezze della vita, gli amici, il
proprio paese, la famiglia in cambio di un grande, ben visibile "punto
interrogativo".
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