CONGRESSO DOS QUADROS em Praia 2002
Roma 28 aprile 2002
Nel medesimo
istante in cui noi aprivamo gli occhi il sole allargava le braccia
per mostrarci il paradiso che si distendeva sotto di noi... La forte
sensazione di essere a casa invase noi tutti e qualche lacrima solcò
i cuori di noi tutti.
Spesso
quando si ritorna in patria dopo tanto tempo si è consapevoli di
vivere da stranieri in terra propria perché non si conosce più
nessuno, e nessuno ti incontra per strada per darti il buongiorno, o
offrirti un caffè... Ma questa del congresso non è una di quelle
volte, nessuno di noi può sentirsi estraneo e\o straniero, perché
siamo un bel gruppetto che bene o male già si conosce da tempo...
Ventitre giovani capoverdiani di ritorno insieme, nella propria
patria... Che straordinaria sensazione! Potrebbe essere l’inizio di
un racconto fantastico, ed invece è la pura realtà!
Praia,
mentre il sole ti accarezza la pelle e la gente ti scalda il cuore e
ti distribuisce affetto, amicizia e... ed è così bello perdersi tra
le sue strade sempre piene di sole, sempre piene di gente, sempre
piene di colori, sempre piene di odori, sempre piene di Capo Verde!
Il Congresso
per noi giovani è stato anche questo: conoscere la nostra capitale,
passeggiando per i mercati, parlando con la gente, confrontandoci con
la gioventù del posto, imparando a vivere li non come stranieri ma
come corpi di una stessa società attenti ai prezzi esposti e
imparando a convivere con chi avrebbe potuto approfittare della
nostra non conoscenza del posto per prendersi gioco di noi.
Ma il
congresso è stato anche un’occasione di forte socializzazione tra
i nuclei di capoverdiani residenti in varie parti del mondo e
residenti in Capo Verde stessa! Se di giorno, infatti, si aprivano
vaste discussioni su tematiche di varia natura ma che spesso
sacrificavano l’individuo per proporre, giustamente, questioni e
problematiche che coinvolgevano la massa, e vedevano protagonisti
nuclei di specifiche aree di residenza; la sera si cambiava maschera
e ciò che contava era l’individuo singolo, non più appartenente
al gruppo degli olandesi, degli italiani, dei mozambicani, degli
americani e via dicendo ma l’individuo nella sua pura e semplice
capoverdianità. Così per molti aspetti i nostri incontri serali, in
discoteca o a casa di amici, o per le vie di Platò, non sono stati
solo occasioni di divertimento ma anche occasione per sentirci parte
di uno stesso corpo, quello capoverdiano!
Dagli
incontri mattutini e quelli serali-notturni ciò che, mi è parso di
vedere è stato comunque un forte attaccamento dei giovani verso
quella che di fatto è la nostra vera terra: Capo Verde! Nelle
discoteche, infatti, le danze battevano passi caldi e intensi al
ritmo di funanà, colasanjo, coladeira... al ritmo, cioè, di quelle
danze che scorrono nelle vene di tutti i capoverdiani e vedere quei
giovani, abituati ai ritmi occidentali, cimentarsi in ciò che ci
appartiene con tanta maestria e passione ci fa ben sperare per il
futuro, la nostra identità culturale, almeno per quanto riguarda le
danze e la musica è viva, molto viva anche all’estero e nei nostri
giovani. Ciò fa piacere all’anima!!
Negli
incontri mattutini, invece, questi giovani hanno tirato fuori la voce
per portare avanti problemi sociali legati al luogo in cui vivono, ma
anche il forte desiderio di poter realizzare materialmente qualcosa
sia per i nostri connazionali che vivono in condizioni di
sopravvivenza in altri paesi esteri, sia per la nostra amata
madrepatria.
E anche
questo loro voler affrontare certi problemi e vedere Capo Verde, non
solo come meta turistica, o semplice terra dei nostri genitori, fa
ben sperare che questi giovani all’estero siano portatori di quella
sana malattia chiamata amor_patrio e che un giorno li si possa
rivedere operare a favore della nostra terra...
Ma affinchè
ciò sia possibile, cioè che il giovane partecipi in un prossimo
futuro attivamente alla vita del proprio paese d’origine sarà
necessario che esso si senta partecipe del gioco, quello stesso gioco
che ora li esclude o che li vede solo al margine!
Jorge Canifa
Alves
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