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04/02/15

FUORI PIOVE e tu mi tratti come l'AFRICA!

ANTONIO DIKELE DISTEFANO
Mi tratti come l'Africa, 
prendi il meglio di me e poi te ne vai


di Jorge Canifa Alves

E' uscito un libro di un negro.
Io non avrei mai pensato che i negri sapessero scrivere... questa cosa mi ha stupito enormemente. Ho sempre visto i negri come dei criminali, assassini, spacciatori, gente capace solo delle peggiori atrocità contro l'umanità, gente capace solo di riempire le carceri della nostra bella Italia e non capace di riempire d'inchiostro pagine di vita.
Dikele, questo il nome dell'autore, mi ha veramente sorpreso, mi ha fatto affacciare su di un altro mondo: quello dove tutto è possibile anche che un negro faccia il salto dello scorpione e atterri dentro il mondo della narrativa italiana.

Ho iniziato a leggere le prime pagine e colpisce come sappia esprimersi bene in italiano... "minchia", mi sono detto "come usa bene i congiuntivi!" e li mi è venuto il dubbio: non è che è un italiano che si finge negro per raccontare una storia da un altro punto di vista? Una scelta stilistica dell'autore italiano che si firma DIKELE (nome d'arte) invece di ANTONIO DISTEFANO...
Il dubbio resta ed è grande... Come può un negro, Cristo!, saper scrivere e per di più in italiano? Questi "so' sbarcati mo" sulle nostre coste e sanno già scrivere prima di parlare? Va beh!, questo Dikele si è inventato la storiella che è nato qua, come se questo potesse giustificare il fatto che sappia scrivere... Aho, a regà stamo a parlà di un negro!, Come possono saper scrivere? Sicuramente è una bufala! Sì, certo è una bufala di qualche giornalista in vena "de scherzà"...  
C'avevo cuasi creso!

Beh!, leggete qualche pezzo e poi ditemi voi se non è una bufala!
UN NEGRO CHE SA SCRIVERE... Ahahahahahahah

FUORI PIOVE, DENTRO PURE, PASSO A PRENDERTI?

" Le prime voci che ho sentito quando son nato erano italiane,il primo vocabolo era in italiano,ho imparato a scrivere in Stampato e poi in corsivo in italiano, a leggere in italiano,ad amare la vita in italiano ad odiarla nella stessa lingua. In classe quand'ero piccolo mi chiedevano "Ma ti senti Italiano?" e io rispondevi " cosa vuol dire? ". Perché quella domanda non la facevano a qualsiasi altro mio compagno di classe? Perché proprio a me? Io non mi sentivo ne italiano e ne un negro come molti mi denominavano, io mi sentivo incompreso, una divisione. Volevo solo essere chiamato Antonio e che mi chiedessero "Ti va di giocare?". Da bambino nei disegni mi ritraevo rosa come tutti i bambini, non perche rifiutassi la mia diversita, ma all epoca mi sembrava mormale. Tornavo a casa e piangevo in italiano. Una volta una compagna di classe che mi piaceva davvero tanto mi disse "Se tu fossi bianco,saresti più bello" per me fu un colpo basso che accusai parecchio. La sera davanti alla televisione dopo mangiato, prima che mio padre mi mandasse a dormire, lo dissi a mamma e lei sorrise "Guardami e dimmi, la mamma com'è bella o brutta?" risposi senza pensarci due volte " La mamma è bellissima" replicò "Ecco, tu mi somigli tantissimo" in quel preciso momento capii che non volevo ne essere italiano e ne essere più bello. Io volevo semplicemente essere come mia madre che non era una donna, ma un miracolo."

“È inutile che neghi. Con me ti sei comportato come i negozianti che mettono all’ingresso ‘Torno subito’ e stanno via per ore. Un modo educato per dirmi che non potevo entrare e che non dovevo andare via. Che da quando ci siamo lasciati non è cambiato quasi nulla. Quante volte mi
hai cercato tu? Sempre io per prima. Dicevi ‘Io non voglio far star male nessuno e non voglio stare male per
nessuno…’ e a me non ci pensavi, alle tue assenze che erano delle vere e proprie scuse. Noi non eravamo in due, c’eri solo tu. Perché io ti ho amato con tutto il cuore, con i
magoni, l’insonnia, le chiamate senza risposta e gli occhi gonfi. Se un giorno ti chiederanno di me, so per certo che non penserai al mio volto, alle promesse, ai ritardi e ai tuoi sbalzi d’umore, ma al fatto che ne sarebbe valsa la pena.”

L’ultimo messaggio di Antonio:
la diversità è un vantaggio e non bisogna continuare a ripetere che siamo tutti uguali.

FUORI PIOVE, DENTRO PURE; PASSO A PRENDERTI?
Genere: Libro
Lingua: Italiano
Editore: MONDADORI
Pubblicazione: 02/2015
 

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RAIZ-LONGE

RAIZ-LONGE
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